lunedì 15 giugno 2009

ANOSS al Pte-expo - maggio 2009

A Verona dal 26 al 28 maggio si è tenuta l’ottava edizione della Fiera e congresso per la terza età.
ANOSS ha partecipato a tale manifestazione organizzando due convegni e presentandosi al grande pubblico con uno stand allestito all’interno della fiera. I mezzi economici non ci hanno consentito di realizzare un allestimento prestigioso ma ci siamo limitati, come si vede dalla foto pubblicata a lato, ad un grande pannello col nostro logo inserito in una immagine con grandi spazi, montagne e cieli sereni, immagine che valorizziamo spesso (è lo sfondo anche della nostra cartellina) per il senso di libertà e di fiducia che riesce a dare, o così almeno ci sembra.
C’era poi qualche manifesto che promoveva la richiesta del cinque per mille e tanti opuscoli con la nostra storia (breve) e i nostri obiettivi (ambiziosi).
Ci siamo alternati allo stand e non ci siamo mai annoiati: abbiamo avuto un sacco di visite, specie dopo i convegni, di operatori interessati a capire meglio le nostre idee e i nostri scopi.
abbiamo distribuito nei tre giorni della trasferta veronese circa un migliaio di brochure illustrative contenenti la storia dell'associazione e una sintesi dei suoi scopi.

Modelli di welfare e servizi di assistenza


26 Maggio 2009
Fiera di Verona - Sala Puccini
Da sinistra
Alessandro Battistella
Giovanni Maria Soro
Fabio Vidotto
Marina Generali (in piedi)
A Verona nella mattinata del 26 maggio si è svolto il primo dei due convegni proposti da ANOSS
Si è trattato di un incontro seminariale dal titolo “Modelli di welfare e servizi di assistenza” rivolto a tutti gli amministratori pubblici e dirigenti di enti locali, a dirigenti e quadri della aziende pubbliche e private operanti nel settore sociosanitario, ai Direttori generali, agli altri dirigenti e ai quadri territoriali delle ASL, ai responsabili degli uffici di piano e ai loro staff.
OBIETTIVI E TEMI DEL CONVEGNO
L’obiettivo di questo convegno è di rappresentare (nel limite del possibile) alcuni modelli regioni attraverso la presentazione di alcune esperienze sviluppare a livello di territorio.
La centralità dell’utente spesso viene disattesa a causa di un’organizzazione per servizi e troppo ospedalocentrica del territorio.
Se è vero che l’ospedale continua ad assorbire molte risorse è pur vero che molte ASL spendono più del 35-40% del loro budget per la gestione di servizi extra-ospedale. Ma con quale controllo della appropriatezza della spesa? Con quali soluzioni e integrazioni? Con quale coinvolgimento degli attori territoriali?
Cosa stiamo facendo per studiare nuove soluzioni e nuovi modi di gestire l’offerta?
Tutte le Regioni, anche se con differenti intensità ed efficacia, stanno comunque guardando al territorio come risorsa strategica, per ridurre la spesa complessiva e per massimizzare i risultati per il cittadino. Ma il modello che si sceglie non è indifferente e non può essere definitivo.
Da un lato il territorio è ancora poco studiato e spesso è “fuori dominio” sul piano del controllo dei costi e dei risultati. Pochi sanno realmente cosa costa un servizio di cure domiciliari; raramente si hanno sotto controllo i volumi di spesa della residenzialità; pochissimi hanno a regime un sistema di monitoraggio della appropriatezza degli interventi; ancora meno sono coloro che possono seguire la storia dei propri assistiti nei percorsi di cura complessivi monitorandone risultati e costi. L’aspetto più drammatico riguarda il fatto che alcune regioni, convinte di avere in mano un modello vincente, non hanno tenuto conto di come è cambiato il panorama dei “clienti” della sanità e quindi non si sono rinnovate e sono, anzi, rimaste indietro. Cercando soluzioni più economiche, le Regioni sembrano normare ancora per servizi e non per processi, continuano a “disintegrare” il sistema anziché integrarlo, continuano a programmare per settori anziché assumendo una visione globale.
Dall’altro lato vi è comunque la percezione che i servizi territoriali (escludendo l’ospedale) siano l’unico vero modo per avvicinarsi al cittadino, con risposte sempre più appropriate e (a volte) molto meno costose della risposta solo sanitaria-ospedaliera. Per fare questo occorre però cambiare paradigma, immaginare una nuova gestione dei fondi dell’assistenza, riorganizzare la filiera non secondo stereotipi, con una nuova capacità di programmare e governare il territorio.
Ma quanto si è fatto per lo sviluppo del territorio, quali sono state nelle diverse regioni le “idee” che hanno consentito veramente un cambio di rotta a favore del cittadino?
È possibile strutturare percorsi di continuità di cura e seguire i percorsi del cittadino nel tempo?
Possiamo ricostruire la sua storia clinica e magari anche i successi assistenziali conseguiti ed i costi sostenuti?
Vi sono degli indicatori assunti dalle regioni come misuratori dei risultati sui cittadini?

Nel seminario sono intervenuti diversi relatori che hanno cercato di rappresentare le caratteristiche del modello della loro regione e come nel territorio che loro conoscono, si sia giunti a delle prime soluzioni e a dei risultati concreti.

Chairman del convegno è stato Alessandro Battistella (Responsabile dell’Istituto per la Ricerca Sociale di Milano)
Si sono susseguite poi le relazioni di
Giovanni Gelmini (Geriatra Direttore Medico di servizi Terza Età e coordinatore scientifico del sistema residenziale “Villa Matilde” – KSG caregiver di Parma) con un intervento dal titolo “Lo stato dell’arte di un modello di riferimento (Regione Emilia Romagna)”
Marina Generali (Direttore Amministrativo ASL di Cremona) “La modernizzazione e il modello privatistico di assistenza della Regione Lombardia”
Giovanni Maria Soro (Direttore Amministrativo ASL di Cagliari) “Dall’esperienza di successo della ASL di Cagliari verso il modello regionale: risultati e percorso”
Angelo Tanzarella (Direttore Sociale ULSS di Belluno) “La ricerca dell’integrazione attraverso i sistemi informativi: un’applicazione del Modello Veneto”
Fabio Vidotto (Formatore e consulente di management sociosanitario, Studio Vega S.a.s.) “L’organizzazione per processi: quale futuro per il territorio?”
Il convegno si protratto fino alle ore 13,30, le relazioni presentate sono state di alto profilo tecnico ed espresse in modo piacevole mantenendo elevato e costante l’interesse del pubblico.

"Il responsabile di Nucleo:un ruolo determinante per l’integrazione professionale in RSA/Casa Protetta”






Da sinistra:
Carlo Gobbi
Tiziana Cravedi
Renato Dapero
Sabrina Belardinelli
Mara Caminati
Fabio Vidotto
Marianna Totta Nido


A Verona nella mattinata del 27 maggio si è svolto il secondo dei due convegni proposti da ANOSS
Si è trattato di un incontro centrato sul problema dell’integrazione rivolto a tutte le figure: dagli OSS agli IP, ai Professionals del settore socio-sanitario, ai medici di struttura, ai coordinatori e ovviamente ai Responsabili di Nucleo dalla cui figura specificamente trae origine l’idea stessa del convegno che infatti reca il titolo “Responsabile di Nucleo: un ruolo determinante per l’integrazione professionale in RSA/Casa Protetta”

OBIETTIVI E TEMI DEL CONVEGNO
Al centro del servizio socio-sanitario c’è la persona umana come entità unica e inscindibile da rispettare e valorizzare.
I servizi residenziali rivolti ad anziani fragili sono sempre più complessi spaziando dall’aiuto alle attività quotidiane, ad attività occupazionali, ricreative culturali, all’assistenza medica, infermieristica e riabilitativa. Obiettivo: il miglioramento o il mantenimento dello stato di salute e di benessere dell’anziano.
L’equipe di cura deve seguire un processo decisionale in cui le informazioni vengono condivise fra i membri che hanno competenze diverse e ciò pone in evidenza il bisogno di integrazione che, come sempre e ora più di prima, deve essere visto come un obiettivo in perenne sviluppo e non come un datro acquisito.
Non si può scindere la sfera sociale da quella sanitaria ed è quindi indispensabile per la corretta esecuzione del piano assistenziale l’opera di coordinamento dell’equipe.
Il Responsabile di Nucleo garantisce circolazione delle informazioni, sintesi delle decisioni e riscontro sui risultati, quindi ha un ruolo determinante per l’integrazione e gli sono richieste competenze tecniche, gestionali e comunicative.

Nel convegno seminario sono intervenuti diversi relatori portando un significativo contributo alla disamina del complesso problema proposto.

Chairman del convegno è stato Renato Dapero (Presidente ANOSS Sez. Emila Romagna e vicepresidente nazionale)

Si sono susseguiti poi i relatori nell’ordine indicato con gli argomenti loro assegnati dal programma e riportati sotto

Carlo Gobbi (Coordinatore Casa Protetta Albesani di Castelsangiovanni -PC)
“Il Responsabile di Nucleo e il suo ruolo di coordinamento in una corretta esecuzione del PAI”
Fabio Vidotto (Docente e formatore – Presidente Studio Vega – Treviso)
“I sistemi di valutazione e classificazione come strumenti per il coordinamento”


Sabrina Belardinelli (Formatrice e Valutatrice Regione Umbria – Presidente Green Sisteme – Panicale -PG)
“Gli elementi oggettivi di qualità in un sistema organizzativo fondato sull’integrazione professionale”

Cravedi Tiziana (Medico di struttura – Dirigente medico – Albesani Castelsangiovanni PC)
“Il medico di struttura nel processo di cura tra responsabilità individuali e integrazione”

Marianna Totta Nido (Respopnsabile attività infermieristiche – Casa Protetta Vittorio Emanuele - Piacenza)
“Definizione e rispetto dei ruoli alla base della cultura dell’integrazione”

Mara Caminati (RAA – Casa Protetta Albesani – Castelsangiovanni – PC
“LO sviluppo professionale del Responsabile di Nucleo: una linea per la sua formazione”

Il convegno si protratto fino alle ore 13,30 con una costante e attenta partecipazione del pubblico che è stato molto numeroso.
Dobbiamo ricordare, infatti, che questo convegno ha riscosso un successo di pubblico notevole tanto che per poter accogliere tutti gli iscritti abbiamo dovuto chiedere di aprire l’Auditorium Verdi della Fiera che è lo spazio di maggiori dimensioni disponibile. Abbiamo avuto oltre duecentocinquanta presenze e ciò ha rappresentato un momento di grande soddisfazione per noi. Non solo abbiamo avuto conferma dell’interesse per la nostra proposta formativa ma abbiamo in questo modo lanciato la nostra immagine come associazione capace di promuovere l’organizzazione di importanti eventi a livello nazionale e ciò costituisce la premessa per i successivi sviluppi auspicati. (che ben difficilmente si realizzerebbero senza idee e senza sponsor..!) Se è vero che le sponsorizzazioni alle associazioni funzionano come quelle televisive, sulla base dell’audience, allora vogliamo sottolineare che in questo caso abbiamo realizzato un evento con un ascolto che è andato ben oltre ogni più rosea aspettativa coinvolgendo operatori di tutti i livelli professionali e provenienti da tutte le regioni d’Italia.
Un’altra particolarità che non possiamo sottacere è che ben 5 dei 7 relatori erano piacentini, quindi è stato anche un momento di “esportazione” del know how del nostro territorio. E un momento di successo; quindi, a dispetto della distanza dal centro culturale della nostra Regione, si è dimostrato che nei servizi sociali la nostra provincia non è seconda a nessuno, anzi..!




La foto del pubblico
Fiera di Verona - Auditorium Verdi

domenica 14 giugno 2009

Integrazione professionale e capacità relazionali

Dall’impegno sostenuto a Verona nei tre giorni del Pte-Expo, tra convegni e contatti con i rappresentanti delle più varie professionalità presenti nel complesso mondo dell’assistenza socio-sanitaria, si sono confermati molti punti, ma si sono anche affacciati alcuni nuovi interrogativi che hanno fatto esplodere, alla fine, un più consapevole interesse per gli aspetti psicologici e le componenti emotive del servizio.Si è confermata la tendenza del pubblico a dare una risposta massiccia quando si affrontano problemi pratici che investono gli operatori dei servizi e la partecipazione è tanto più grande quanto più convegni e seminari toccano argomenti che riguardano tutti e vengono interpretati secondo una lettura tecnica rispettosa delle differenze e tendente a valorizzare le specificità all’interno dei gruppi. Argomenti come modelli organizzativi, funzioni del middle management, sistemi di valutazione e integrazione sono già stati trattati tante volte e sembrerebbe quasi impossibile che permettano ulteriori scoperte visto che su questi esiste anche una discreta letteratura oltre che numerosissime esperienze documentate. Eppure “tirano” sempre, cosicché si può immaginare che non si scriverà mai la parola fine sullo studio e sulla ricerca in merito. Questo perché il problema è particolarmente difficile sotto il profilo tecnico o forse perché il mondo cambia intorno a noi e ciò che ieri costituiva una risposta e un punto di arrivo, oggi è semplicemente un punto di partenza. Ma la convinzione nuova che si è fatta strada in questi giorni è che il problema è interessante perché in un modo o nell’altro tocca l’anima della gente. Così... Per leggere l'intero articolo (Clik qui!)