martedì 4 febbraio 2014

CONSULTA Sociale, Salute, Famiglia, Immigrazione, Mondialità e Pari opportunità


Relazione introduttiva
Premessa
Le consulte trovano la loro giustificazione giuridica nel vigente Regolamento della partecipazione del comune di Piacenza. Per comprenderne il senso occorre partire dall'esame degli scopi che vengono attribuiti alle consulte. All'art. 12 del regolamento si dice che le consulte sono “strumenti di stimolo e partecipazione dei soggetti coinvolti nella vita politica e amministrativa del territorio … tendono al raggiungimento della coesione sociale basata su scelte condivise”. Al punto 4 di detto articolo si afferma che le consulte “svolgono la propria attività in piena autonomia”avendo ovviamente il regolamento come riferimento.
La Consulta ha il compito di promuovere la cultura della partecipazione valorizzando il ruolo delle associazioni. Il Comitato Esecutivo predispone l’agenda dei lavori e i documenti da sottoporre all'assemblea. La Consulta svolge funzioni propositive e consultive facendo atti di “proposta, studio, osservazione”(art. 19). Entro settembre proposte per la predisposizione del bilancio evidenziando i bisogni e proposte anche nella fase di predisposizione di piani e programmi. Alle proposte i competenti organi devono dare risposta entro 90 giorni. La Consulta promuove autonomamente o di concerto col Sindaco (ovvero assessore competente) incontri e dibattiti per una maggior informazione dei cittadini, incontri con altri enti e iniziative pubbliche. La Consulta esprime pareri e predispone relazioni.
Necessità di una linea
Quanto sopra, in sintesi, ciò che prevede il regolamento. Ora si deve decidere con quale atteggiamento affrontare il ruolo che compete ai componenti delle consulte e a tale proposito è subito necessario rilevare che occorre in primo luogo spogliarsi della visione che deriva dall'appartenenza ad una determinata associazione utilizzando però la personale esperienza di vita associativa per costruire, in collaborazione, la linea della Consulta.
Un ruolo consultivo, che era l’unico in passato, forse lo si può svolgere, sia pur con qualche limite, anche senza aver definito una linea strategica della Consulta (Se viene richiesto un parere su un atto dell’Amministrazione, si studia il contenuto dell’atto, lo si discute in una o più riunioni e alla fine un parere più o meno documentato lo si può dare), ma la funzione propositiva è molto più difficile da realizzare. Certo si può operare come detto sopra anche quando si cercasse di fare una proposta autonoma ma, in assenza di una linea condivisa della Consulta, ci sarebbero difficoltà interne a tracciare, di volta in volta, una linea condivisa su una proposta singola. Probabilmente accontenterebbe qualcuno e scontenterebbe altri e potrebbe cadere in una situazione di impasse. Occorre quindi costruire una linea politica della Consulta partendo dalle opinioni e dal pensiero del gruppo che costituisce l’Esecutivo riservandosi, poi, di portarla in esame all'assemblea allo scopo di ottenere la massima condivisione. Ciò garantisce maggior coerenza nei comportamenti futuri.
Le difficoltà più evidenti
Le difficoltà da superare sono sostanzialmente legate ai seguenti fattori:

  • ·         i componenti dell’Esecutivo hanno provenienza ed esperienze differenti e non sono abituati a lavorare insieme,
  • ·         hanno conoscenze circoscritte al settore di attività della propria associazione,
  • ·         non esiste nella storia recente una documentazione circa fenomeni simili a quello che si sta cercando di realizzare in quanto le consulte nella precedente esperienza hanno avuto funzioni più limitate,
  • ·         non esiste a questo fine un supporto da parte dell’Amministrazione coerentemente col fatto che le consulte devono essere autonome,
  • ·         l’autonomia da un lato è una ricchezza e dall'altro un problema perché come tutti gli elementi di libertà richiede un certo sforzo infatti l’autonomia è scritta nel regolamento ma è vera solo in potenza, in realtà è necessario conquistarla e difenderla,
  • ·         la conoscenza della realtà sociopolitica di cui si deve occupare la consulta non è semplice ed è poco nota nel suo insieme anche perché in passato non esisteva una consulta con un così esteso campo di interesse.
Si pone quindi il problema di svolgere delle osservazioni e delle analisi approfondite dei vari contesti sociali a cui la Consulta si riferisce e questo è un compito che si potrà svolgere nel tempo anche creando, come previsto dal regolamento, degli appositi “Tavoli di lavoro”. Su questo fronte si parte da zero e l’obiettivo che ci si può porre è di concludere il mandato lasciando ai successori un patrimonio di conoscenza articolato in riferimento ai problemi sociali più rilevanti della città.
Punti di forza e di debolezza
Disporre di una linea di comportamento è un punto di arrivo a cui si può giungere attraverso una marcia di avvicinamento programmata. Prima di tutto è necessario costruirne la struttura escludendo qualche pericolo e mettendo in risalto i punti di forza.
Un primo pericolo da evitare è definire un’errata interpretazione del ruolo politico della consulta. Non deve sconfinare nella difesa di una linea politica di partito proprio per evitare di diventare un organismo di copertura in un caso, o, in caso contrario, di sterile contrapposizione. Ciò non significa che ogni singolo componente non debba sostenere le sue visioni politico-sociali ma evidentemente lo deve fare nella visione alta della politica intesa come interesse della città. Questo è il primo punto di convergenza necessario: si deve sapere che la consulta ha un ruolo politico ma che tale ruolo deve essere giocato in modo slegato dagli schieramenti di partito.
Il secondo pericolo è quello di cercare una linea senza conoscere l’oggetto a cui riferire tale linea di comportamento. Per questa ragione si devono definire gli oggetti dello studio e le persone che devono portarlo a compimento.
Il terzo pericolo è quello di scontrarsi sulle strategie o perdersi nei particolarismi. Per avere una linea bisogna decidere e come è noto decidere significa tagliare. (Dal latino - deciduo = tagliar via, mozzare). Quindi un passo importante è escludere dal campo di applicazione alcune parti e focalizzare l’attenzione soltanto su altre.
I punti di forza sono pochi ma rilevanti. Il primo è che il Regolamento prevede l’autonomia delle consulte quindi non solo non esclude niente ma stimola ad agire.
Un secondo punto di forza è la varietà dei componenti della Consulta e dei membri dell’Esecutivo che garantisce l’esistenza di competenze potenzialmente sinergiche.
Un terzo punto, e su questo non so se ottengo unanime consenso, è la gratuità dell’incarico. Se, pur senza alcun compenso, si riesce a lavorare, il risultato non sarà condizionato dall'interesse economico dei singoli ma, scevro da fini particolari, sarà conseguente ad analisi di tipo socio-culturale indipendenti ed oggettive quindi del tutto rispondente all'interesse diffuso.
La “scaletta”
La linea della Consulta va definita con l’apporto di tutti i componenti utilizzando come supporto questa sequenza logica:
  • ·         Avere una linea è conseguenza di una decisione
  • ·         Per decidere è necessario conoscere
  • ·         La conoscenza deve essere condivisa (in Esecutivo  e poi con tutta l’assemblea)
  • ·         La decisione deve essere motivata
  • ·         In seguito la decisione deve essere formalizzata in un documento
  • ·         Infine deve essere pubblicizzata
Questa sequenza logica deve essere utilizzata ora nella costruzione della linea strategica della Consulta e successivamente ogni volta che si deve decidere.
La linea socio-politica
La linea della Consulta è frutto della conquista di una autonomia culturale che può scaturire solo da un processo di elaborazione di conoscenza. Poiché i possibili ambiti di interesse sono molteplici e i livelli di intervento possibili sono anch'essi numerosi, come abbiamo più volte rilevato, la prima decisione importante da prendere è quella di circoscrivere il campo di azione.
Se decidere significa tagliare allora la prima proposta da valutare è quella di tagliare la “testa” e la “coda”.
Se si attribuisse un’immagine grafica alle possibili azioni si otterrebbe verosimilmente una piramide che alla base ha una gran quantità di questioni di poco conto interrelate e spesso in conflitto tra loro, mentre al vertice la decisione di alta strategia sulle possibili (poche) alternative di allocazione delle risorse. Questa decisione di alta strategia è per definizione di competenza del vertice politico e include scelte in linea col partito di riferimento e confronto con altri settori. In merito si potrà dire qualcosa nel parere sul bilancio ma lo studio del problema è competenza specifica dell’Amministrazione. D’altro canto, quello invece dell’infinito campo dei piccoli problemi è preferibilmente da evitare perché riduttivo, conflittuale e non favorisce una “visione d’insieme”.
Ciò di cui si dovrà occupare la Consulta è dunque il grande spazio centrale facendo attenzione a dipanare l’azione sui settori più rilevanti per numero o importanti per altro aspetto. (Vedi integrazione culturale, forte grado di interrelazione con elementi numericamente importanti e altri parametri rilevanti)
Se il ragionamento fin qui svolto viene condiviso ne consegue che:

  • ·    bisogna intraprendere uno studio che serva da base ad ogni altro sviluppo
  • ·   il campo di riferimento della ricerca è la popolazione
  • ·   il primo aspetto da rilevare, squisitamente demografico, è la consistenza numerica delle classi di età, delle classi economico-professionali e il relativo trend di sviluppo.
  • ·   il secondo, sempre demografico, è però riferito alla condizione sanitaria quindi sostanzialmente l’epidemiologia e relativo trend nel territorio piacentino.

Occorre procedere con la costituzione di due tavoli di lavoro col compito di studiare i problemi di cui sopra. Nella costituzione dei tavoli si potranno includere anche altri componenti estratti dall'assemblea, così, per integrare l’Esecutivo a cui manca un componente per l’indisponibilità dichiarata di un membro, e per dar vita al gruppo da inserire nell’interconsulte, potranno essere coinvolte persone con disponibilità a collaborare in questo lavoro di ricerca.