sabato 4 aprile 2009

Euro-PA Modelli organizzativi. Abstract degli i terventi

RIMINI, 2 APRILE 2009
Modelli organizzativi, risorse e strumenti nei servizi alla persona: la cassetta degli attrezzi per un cambiamento di successo.

Abstract degli interventi


La flessibilità organizzativa, ovvero, l’organizzazione che si adatta alla persona utente
Fabio Vidotto


Le organizzazioni che erogano servizi alla persona si scontrano quotidianamente con la necessità di operare spesso in condizioni di ristrettezza di mezzi e di personale, e di sviluppare nel contempo concetti che prendono il nome di “qualità totale”, “accreditamento”, “certificazione del sistema qualità”, “salute dell’anziano e del disabile”, “strumenti di valutazione multidimensionale”, “contratto decentrato ed applicazione dei sistemi di valutazione del personale”, “controllo di gestione”, “sistemazione dei turni e dei piani di lavoro”, eccetera.
A dire il vero, tutti questi aspetti sono parte di un sistema di gestione che ciascuna organizzazione deve trovare e realizzare al proprio interno, attraverso la messa a punto di quei meccanismi organizzativi che le consentono di realizzare la vera qualità.
Purtroppo neanche su questo termine esiste chiarezza. Se da un lato il termine qualità sottende, in ultima analisi e in modo più o meno condiviso, l’idea del recupero e del mantenimento delle condizioni di salute della persona assistita, dall’altro la sua traduzione nella quotidianità incontra notevoli ostacoli: approccio per prestazioni, scarsa integrazione professionale, scarsa flessibilità organizzativa.
L’obiettivo dell’intervento è quello di accompagnare i principali attori del processo assistenziale verso un “nuovo modo” di concepire l’assistenza che, pur rimanendo coerente con i loro valori di fondo, sposti l’attenzione dalle prestazioni ai risultati prodotti.

Valutazione multidimensionale e indicatori di qualità dell’assistenza
Giuseppe Menculini

IMPLEMENTAZIONE DELL’ASSISTENZA MEDIANTE VAOR-RSA IN UNA RESIDENZA PROTETTA NEL PERIODO 1999 – 2007
Menculini G*., Fatichenti M*., Popa N.*, Simoncini S.*, Sorbino G.A.*, Marcacci M.G.*, Marzucchi D.*, Senin U.°, Cherubini A.°
* Residenza Protetta “Creusa Brizi Bittoni” – Città della Pieve - PG
° Istituto di Gerontologia e Geriatria – Università degli Studi di Perugia

Materiali e metodi – La residenza Protetta “Creusa Brizi Bittoni” ha introdotto al suo interno la metodologia multidimensionale geriatrica VAOR nel 1999. A coordinare la nuova impostazione assistenziale è stato il geriatra con una esperienza derivata da numerosi corsi formativi sull’impiego dello strumento VAOR. E’ stata, pertanto, costituita un’équipe multidisciplinare, che aveva come finalità quella di discutere le problematiche degli ospiti, di valutarne le capacità residue, i profili psicopatologici, di programmare gli interventi su precise aree, di redigere il PAI e di verificare a distanza gli effetti delle azioni intraprese sui principali indicatori di qualità assistenziale e sul benessere psicofisico degli ospiti.

Risultati – L’adozione e l’attuazione della valutazione multidimensionale in tutti i suoi aspetti ha comportato uno sforzo notevole in termini di formazione del personale, di riorganizzazione dell’assistenza, di monitoraggio, di adeguamento strutturale, tecnologico e delle risorse umane. Questo percorso, finalizzato ad aumentare la qualità dei servizi erogati agli anziani, ha portato nel 2004 al riconoscimento della struttura come Residenza Protetta, che a tutt’oggi ospita 50 anziani disabili ed offre, da circa un anno, anche la possibilità di assistere temporaneamente 3 anziani in regime di “ricovero di sollievo”. Inoltre, l’implementazione della metodologia VAOR-RSA ha consentito di ottenere risultati significativi relativamente a numerosi indicatori di qualità assistenziale.

Costruzione e traduzione operativa dei Piani Assistenziali nei servizi residenziali
Diletta Basso

I Piani Assistenziali Individuali (PAI) fanno ormai parte delle prassi organizzative e documentali delle strutture residenziali per anziani.
Un impulso significativo in questa direzione è stato sicuramente dato dalle normative regionali sull’accreditamento istituzionale, che prevedono, fra i requisiti, la presenza per ogni persona utente di un Piano di Assistenza Individuale corrispondente ai bisogni specifici e, come criterio principale di verifica, la presenza di un documento cartaceo.
Tuttavia, se la “tangibilità” del PAI è un requisito necessario per appurarne l’esistenza, non è purtroppo sufficiente per dimostrare l’esistenza di un buon processo di definizione e la sua applicazione operativa.
Il PAI dovrebbe infatti rappresentare il risultato di un delicato e complesso lavoro interprofessionale ed il punto di riferimento quotidiano per l’assistenza e la cura della persona da parte di tutti gli attori coinvolti. In altre parole, è un concentrato di molteplici elementi: lavoro di squadra, valutazione multidimensionale, lavoro per obiettivi, comunicazione, formazione continua, procedure e protocolli condivisi e strutturati.
Molteplici fattori rendono tuttavia difficile la traduzione operativa di questi principi; l’obiettivo dell’intervento è quello di stimolare la riflessione su queste criticità e sulle relative soluzioni operative.

I tempi assistenziali come strumento per la gestione delle risorse in un’organizzazione per nuclei
Mihaela Luchian

Lo scopo dell’intervento è stato innanzitutto quello di illustrare la corretta procedura di registrazione e di verifica dei dati di carico, mediante l’utilizzo dei tempi di effettivo svolgimento delle attività, la frequenza nel turno, il numero e la tipologia di operatori impiegati.

I tempi assistenziali rilevati, elaborati per ottenere un dato medio in relazione alla tipologia di utenti, permettono, attraverso la riorganizzazione per nuclei omogenei, l’elaborazione di procedure legate agli effettivi bisogni assistenziali ed infermieristici.
In particolare, è stato èpresentato l’utilizzo gestionale della rilevazione dei carichi di lavoro presso la RSA Geriatrica e Disabili IHG; in questa esperienza i dati di carico hanno fornito il supporto per la riorganizzazione per nuclei omogenei e sono stati adottati per la valutazione del fabbisogno di personale nelle diverse fasce orarie.

Gli strumenti informativi e informatici a supporto del modello organizzativo
Alessandro Pin

Nell’adottare e sviluppare un modello organizzativo realmente orientato alla centralità della persona un ruolo fondamentale è giocato dai sistemi informativi, che devono essere supportati da soluzioni informatiche innovative e capaci di adattarsi alle diverse esigenze operative.
Gli strumenti scelti devono facilitare la raccolta e l’utilizzo di informazioni utili a migliorare la qualità del servizio erogato e ad ottimizzare nel contempo l’impiego delle risorse disponibili. La gestione informatizzata della Valutazione Multidimensionale, dei Piani Individualizzati, dei tempi assistenziali, degli indicatori di qualità consente di sfruttare le potenzialità di questi strumenti, facilitando la condivisione delle informazioni, l’integrazione professionale e la verifica dei risultati in termini di salute prodotta.
Il sistema informativo deve inoltre essere in grado di integrarsi con l’operatività, rispettando i seguenti requisiti: semplicità, modularità, possibilità di personalizzazione per i diversi operatori, interoperabilità, soddisfacimento dei debiti informativi.

Nessun commento: