Linea e obiettivi
di ANOSS Magazine
“Cerco sempre di fare
ciò che non sono capace di fare, per imparare come
farlo”
(Pablo
Picasso)
Oggi vi voglio parlare del coraggio. Ma
non del coraggio degli eroi, di quelli che si consacrano con un “gesto
definitivo”. Vi voglio parlare del coraggio di tutti i giorni, il coraggio che
ci vuole per vivere. Per fare questo ho pensato di documentarmi su cosa di
nuovo oggi si dice su questo argomento. Ho scoperto che c’è un tema di
riflessione che è stato affrontato dalla filosofia contemporanea, ma non solo,
non è rimasto confinato nelle aule e nelle biblioteche.
C’è chi ha utilizzato la sua enorme
popolarità (Vasco Rossi[1]) per lanciare
al mondo dei suoi fan un messaggio che andrebbe raccolto. Viviamo in un’epoca
di trasformazione, un’epoca che ha perduto i riferimenti ideali della
tradizione e che sta faticando a costruirne di nuovi. Nel testo della canzone
si dice che “è stato difficile abituarsi ad una vita sola e senza di te” con
riferimento evidente alla divinità. In una caduta pessimistica afferma, anzi
con questa battuta esordisce, che sarebbe stato più semplice “non essere mai
nato”. Ma tutto il pessimismo adombrato dalle prime parole si dissolve con il
concetto successivo, potente e di grande impatto emotivo: “Invece la vita,
arriva impetuosa, ed è un miracolo che ogni giorno si rinnova”. Bene, è da qui
che dobbiamo partire: la vita è lastricata di problemi per tutti e figuriamoci
per noi che operiamo in un ambiente difficile e poco considerato. Ma forse
meglio di altri ci sentiamo perfettamente inseriti nelle vita, la vita che
arriva impetuosa e si svolge tutta con una forza che tende ad essere autonoma
dalla nostra volontà.
Proprio per questo dobbiamo abituare la
nostra mente e il nostro spirito a vivere in sintonia con la vita e accettare
la grande sfida del cambiamento continuo. Non dobbiamo mai sentirci soli o
circondati solo da problemi: siamo in tanti e se i problemi sono la base della
nostra azione la loro soluzione è il fine della nostra fatica.
Da questa nota introduttiva si può
comprendere la linea che idealmente seguiremo sempre nella nostra rivista. Una
linea tesa a sconfiggere il senso di solitudine o di emarginazione che a volte
e forse troppo spesso colpisce gli operatori del settore sociosanitario.
Questo è l’obiettivo generale che, si
capisce, richiede molto coraggio, nel senso detto sopra. E noi il coraggio ce
l’abbiamo voluto mettere anche lanciandoci nella realizzazione di questo nuovo
periodico che è una sfida inedita per un’associazione come la nostra.
In ANOSS Magazine intendiamo utilizzare
tutti gli strumenti comunicativi che possano in qualche modo aiutare gli
operatori a ritrovarsi e a sentirsi al centro. Per questo alterneremo sempre
articoli tecnici divulgativi con altri di sapore diverso, meno direttamente
legati al nostro lavoro in senso tecnico ma non per questo slegati dall'esigenza di coinvolgimento personale ed emotivo.
Useremo riferimenti alle diverse forme d’arte con un peso
particolare al cinema e alla letteratura e cercheremo anche un po’ di simpatia
dei lettori dando un piccolo peso ad alcune rubriche di intrattenimento.
1 commento:
Sono molto fiero di te e in parte di noi, perchè di questa avventura dellla partenza di ANOSS mi sento un po' promotore, anche se poi mi sono fermato. Bravo Renato.
Naturalmente faccio l'abbonamento se mi dai istruzioni.
Dino Terenziani
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