Simo giunti agli ultimi giorni dell’anno che, come
sempre, sono carichi di pensieri, di ricordi e di speranze. C’è a volte anche
un po’ di nostalgia perché, in fondo, un altro capo d’anno è comunque un segno
del tempo che passa. Ciò che abbiamo
lasciato dietro quasi sempre alla fin fine lo rimpiangiamo. Se non altro perché
da domani saremo un po’più vecchi e le feste, perché non dirlo, ci hanno
anche stufato. Avete notato che sono
sempre uguali..?
Ma questa volta nei telegiornali di chiusura dell’anno
si parla molto di dissesto climatico e di inquinamento. Così questi nostri geni
di sindaci, solitamente capaci di grandi
gesti, decretano “il blocco totale” della circolazione. Si ma dalle 9 alle 16,
perché si sa verso sera l’inquinamento se ne va…
Allora cercando altre notizie ci si può imbattere in un
articolo pubblicato sul sito del CENSIS che sintetizza i risultati del Rapporto
2015 “Welfare Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali”. Dice:
la White Economy vale 290 miliardi di euro con 3,8 milioni di occupati
La conclusione che vi si legge è che la filiera della
cura, dell'assistenza e della previdenza per le persone è anche un formidabile
volano di sviluppo per il Paese, da cui addirittura può partire la ripresa. Infatti,
il valore economico della cosiddetta White Economy è di 290 miliardi di euro
con 3,8 milioni di occupati. È segnalato che tale valore equivale al 9,4% della
produzione nazionale.
Per rimanere nell’ambito sociosanitario si scopre che questo
rappresenta il 10,4% del totale che tradotto in valore assoluto significa quasi
trenta miliardi di euro.
C’è da sentirsi bene pensando che comunque il nostro
settore va bene e fa parte di un ambito che non conosce crisi… ma bisogna
leggere tutto...
L’ultimo paragrafo porta questo titolo” Bisogni
crescenti, ma Italia divisa in due nell'accesso alle prestazioni
socio-sanitarie”. Con l'allungamento della vita media, continua a crescere
la domanda di cure e di assistenza, ma negli anni della crisi, tra il 2007 e il
2014, la spesa sanitaria pubblica è diminuita del 3,4% in termini reali. E oggi
sono meno del 20% gli italiani che affermano di trovare nel welfare pubblico
una piena risposta ai loro bisogni. Nelle regioni del Mezzogiorno l'82,8% della
popolazione ritiene non adeguate le prestazioni offerte dal servizio regionale,
mentre al Nord-Est e al Nord-Ovest la percentuale scende rispettivamente al
34,7% e al 29,7%. La conclusione è che nell’assistenza prevale il «fai da te» con il ricorso alle badanti. Sono più di 3
milioni le persone che soffrono di difficoltà funzionali gravi. Tra queste, 1,4
milioni sono confinate all'interno della propria abitazione e bisognose di cure
diurne e notturne. La spesa pubblica per l'assistenza è in fase calante dal
2010, pure a fronte di una domanda crescente. Di fronte al ritardo nella
progettazione di sistemi di long term care, gli italiani scelgono anche in
questo caso un modello del tutto spontaneo e ad elevata molecolarità, basato
sul reclutamento diretto delle badanti che per il 76% degli italiani è una
soluzione valida o addirittura priva di alternative reali.
Se a questo punto ci si sente stanchi si può provare a cercare altrove e alla fine magari
trovare idee migliori riportate da altri “pensatori di fine anno”.
Come questa:
“Non lavorare guardando continuamente l’orologio e
aspettando il weekend e quelle 4-5 settimane di ferie all’anno. Se vivi così,
sei già morto. Sei inutile, se ti va male verrai sostituito da qualcuno che
costa meno di te, o da una macchina. Se ti va bene passerai il resto della tua
vita sopravvivendo soltanto.
Vivi e lavora sognando che arrivi presto il lunedì, e non
il venerdì. Vivi pensando, inventando e sperimentando. Trova quindi il modo di
lavorare ogni giorno a qualcosa che ami, e non a qualcosa che ti permetta solo
di sopravvivere.”
L’autore lo ha definito un post campato per aria ma sembra
un buon augurio da fare a tutti, anche a quelli che pensano, forse a ragione, che
le generazioni del passato gli hanno mangiato il futuro.
Coraggio, intraprendenza e la fiducia nelle proprie
capacità sarà per tutti lo stimolo vincente.
Cerchiamo, dunque, per l'anno che sta per cominciare, di
porre nuove basi al nostro sentire, semplicemente lasciando emergere in noi tutte
le meravigliose qualità che può contraddistinguere il genere umano, mettendoci un
pochino di impegno. Sembra tutto molto difficile, ma ci possiamo provare.
Cominciamo con un sorriso.
Buon 2016 a tutti!!
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