La sorte appaga i nostri desideri, ma a modo suo, per poterci dare qualcosa, al di là dei desideri stessi.
- Johann Wolfgang Goethe, Le affinità elettive, 1809.
Quando, per scelta non completamente spontanea,
ho preferito lasciare prematuramente
il mio posto di Direttore di RSA, mi è sembrata
una sconfitta. Ho imprecato contro la sorte
che mi sembrava nemica, ma mi sbagliavo
perché, ancora una volta, stava per sorprendermi.
Stava per portarmi a gestire la rivista
che con questo numero compie il suo secondo
anno di vita.
ANOSS Magazine ha due anni, ma la rivista
non sarebbe mai nata se non avessi lasciato
quel posto. Oggi rappresenta una grande
soddisfazione, tuttavia è ancora un oggetto
in evoluzione. Col piccolo staff di collaboratori
abbiamo mantenuto alta la tiratura e la
qualità tecnica, abbiamo cercato sempre di
interessare e incuriosire, ma qualcosa di molto
importante ancora manca.
ANOSS Magazine è la rivista dell’Associazione
degli Operatori Sociali e Sociosanitari, l’associazione
che riunisce una grande quantità
di operatori appartenenti a tutti i livelli
professionali. Ciò è una valida premessa per
l’integrazione professionale ma crea qualche
problema se si desidera affrontare il tema
della rappresentanza. È veramente difficile
mantenere un saldo e univoco orientamento
se ci si rivolge a categorie professionali diverse
quando si parla di argomenti tecnici, ma
lo è ancora di più se si cerca di interpretare
i desideri e le ambizioni professionali di operatori
appartenenti a ruoli distinti. Subito riemergono
problemi legati alla categoria. Chi
è sopra e chi è sotto. Chi può decidere e chi
deve eseguire. Allora, cerchiamo di rendere
tangibile un sogno.
Quello che ANOSS ha posto
alla base della sua comunicazione.
Abbiamo un sogno: un mondo dove operatori
motivati a svolgere il loro lavoro
assicurano servizi sociosanitari che soddisfano
i bisogni dei cittadini, degli utenti,
dei portatori d’interesse e degli stessi
operatori.
In sostanza in quest’associazione crediamo
che si debba promuovere la cultura sociale
perché la qualità dei professionisti di tutte
le professioni sociosanitarie costituisce fondamento
di civiltà, di vita e di progresso
dell’uomo. E questo vale per tutte, proprio
tutte, le professioni sociosanitarie. L’impegno
sarà verso tutte le professioni, ma non
si può non ricordare che occorre fare qualche
valutazione particolare per la professione
OSS. Se la missione dell’associazione è
sempre quella di promuovere e organizzare
occasioni di qualificazione e aggiornamento
degli associati dovrà la rivista essere particolarmente
impegnata a sostenere e diffondere
gli stessi concetti e in particolare tener conto
del peso numerico delle varie categorie. Non
potremo dimenticare l’impegno di mettere in
campo tutti gli strumenti possibili per valorizzare
la professione OSS che rappresenta il
tassello di base di ogni attività assistenziale e
che oggi come ieri del resto appare un po’sottovalutato
dalla società civile che forse a volte
nemmeno si accorge della sua importanza.
La rivista sosterrà iniziative nuove, orientate
alla valorizzazione della figura dell'OSS e alla
creazione di momenti di riconoscimento e di
rappresentanza. Non mancherà, comunque,
di promuovere azioni importanti sull'organizzazione
professionale nel suo complesso per
non trasgredire all'altro mandato imperativo
che si è data nello statuto cioè di perseguire
in massimo grado la diffusione della cultura
d’assistenza. Ciò non potrà compiersi se non
attraverso le figure professionali che occupano
posizioni di responsabilità.
Avanti tutta, quindi, nessuno escluso, con la
consapevolezza che per poter unire le varie
professioni in una forma elevata di integrazione
è necessario prima di tutto riconoscere
le differenze e valorizzarle. Per questo, sperando
che la sorte mi sorprenda ancora una
volta con esiti superiori alle attese, mi accingo
a intraprendere il terzo anno di ANOSS
Magazine promettendo a me stesso prima di
tutto un impegno diffuso su tutte le professioni
con attività speciali per ognuna a partire
dagli OSS cioè dalla base più diffusa.
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