Nell’era del social network ecco uno strumento per essere protagonisti nel
web.
Premessa
A nessuno sfugge che con l’enorme diffusone di computer, tablet
e smartphone siamo entrati in una nuova era. Tutti siamo consapevoli di questo
ma siamo ancora un po’ confusi, come frastornati da tutte le implicazioni di
tale immensa novità: corriamo a velocità incredibile in questa nuova autostrada
ma siamo dei neopatentati, degli apprendisti. Già perché non è un’autostrada,
non è dritta, non collega due o più punti che si trovano lungo una stessa
direttrice. Rimanendo nella metafora della geometria internet e tutte le sue
componenti non si snodano su una retta e neanche su un piano, ma nello spazio
tridimensionale e nel tempo con possibilità incredibili. Ogni volta che usciamo
e poi rientriamo in questo spazio niente è più come prima, mille modifiche si
sono verificate anche in stretta connessione con la nostra stessa azione e con
la presenza mutevole degli “altri”. Questa velocità e quest’ampiezza spaziotemporale
da un lato ci ammaliano ma nello stesso tempo ci creano una sorte di sindrome
di agorafobia.
La novità ci incuriosisce e spaventa a un tempo, ma ci attanaglia,
ci prende, ci piega e ci costringe a rivedere le nostre conoscenze e i nostri
giudizi, a costruire una nuova scala di valore e addirittura modificare le
nostre ambizioni e i nostri desideri.
Tutto questo si è verificato solo di recente, con l’affermazione
in termini assolutamente generali dei social network. Questa specie di fascino
e di spaesamento non ha colpito in eguale misura alle prime apparizioni degli
strumenti di navigazione in rete perché il Portale o il Sito e anche il Blog
erano strumenti monodirezionali dal punto di vista dell’informazione e quindi,
continuando nella metafora, erano come le autostrade o come una rete stradale.
Le connessioni esistevano ma tutte portavano da qualche parte cioè a una o più
informazioni messe lì da qualcuno che voleva che tutti le vedessero.
Tra questi vecchi strumenti, che ormai appaiono come reperti
archeologici, e il social network c’è una differenza abissale. Ed è proprio in
quell’abisso che tutti quanti siamo entrati: ora dobbiamo capirci qualcosa!
Agorà e social network
Il Social Network s’impone come luogo di dialogo e di
condivisione e anche come strumento per facilitare una decisione da prendere singolarmente
o in modo collettivo. In sostanza appare come una moderna Agorà che non fa
riferimento a uno spazio preciso e quindi a una popolazione ristretta, ma è
espressione di una realtà virtuale estesa e potenzialmente senza limiti. Se
l’antica agorà ateniese aveva il pregio di riunire le persone mettendole a
faccia a faccia aveva però il difetto di escludere diverse categorie (Le donne,
i non cittadini e quelli che non sapevano esprimersi o non osavano parlare). La
nuova agorà, i social network non escludono nessuno tranne quelli che per
qualche ragione si autoescludono perché non conoscono lo strumento o non osano
utilizzarlo. Sono sempre meno comunque visti i numeri di iscritti che hanno
raggiunto i social più diffusi. Un numero sempre maggiore entra nel mondo del
social network e s’inserisce nel mare di dialogo e condivisione che gli viene
offerto, appassionandosi alle relazioni con persone accomunate da interessi e
obiettivi comuni.
Facebook, Twitter e Linkedin, che contano milioni di utenti,
si sono sviluppati su scala mondiale proprio basandosi e alimentandosi di
quella nuova linea che abbiamo esaminato fin qui: non informazioni asettiche e
fredde, pubblicate su un sito-vetrina, ma possibilità di interagire e
sviluppare condivisione di interessi. Il successo enorme dei social generalisti
porta in sé stesso il seme dell’evoluzione verso forme più specializzate.
Prendiamo per esempio Facebook, il più diffuso e noto a tutti, è utilizzato da
ogni categoria di persona senza specializzazione alcuna, quindi i temi
normalmente trattati sono di carattere generale e difficilmente spingono a
confronti approfonditi.
Lo strumento è eccellente ai fini di creare raggruppamento
di grandi numeri, ma, proprio per la sua dimensione, non facilita la
costruzione e soprattutto lo sviluppo dei veri gruppi tematici su informazioni
e argomenti che quei gruppi specifici intendono studiare e condividere.
Ememe
Da quanto si è detto, si comprende come e perché si è vista
la necessità di uno strumento tematico commisurato alle esigenze del mondo
sociosanitario. Un social nato per offrire a tutti un servizio speciale che consenta
di diventare davvero protagonisti nel web e non semplici fruitori occasionali
su temi generali o per semplice intrattenimento.
Così nasce EMEME un social tutto dedicato al grande mondo dei servizi sociosanitari che si
pone proprio l’obiettivo di raccogliere un gran numero di protagonisti che
intendono popolare una rete sociale che mette in contatto persone affini per
interessi professionali e personali. Lo scopo è di fornire uno strumento che
non obblighi l’utenza ad adattarsi alle caratteristiche del web ma li metta
realmente al centro come attori decisivi capaci di provocare attenzione su cultura,
buone pratiche e quant’altro sia di supporto alle diverse problematiche che
circondano il mondo dei nostri servizi.
Quanto sopra illumina anche sulla scelta del nome. Ememe
prende spunto da Meme, un termine coniato da Dawkins[2]
per identificare un’entità capace di
essere replicata e diffusa tanto da divenire un elemento determinante
nell’evoluzione della cultura. Ememe ne ricupera l’elemento simbolico con una
trasposizione elettronica-digitale.
Funzionalità e utilizzatori.
Utilizzeranno
Ememe tutti quelli che per professione o passione operano nei servizi
sociosanitari. Tutti i professionisti dai medici, a tutte le professioni
sanitarie, dai dirigenti di struttura e coordinatori agli OSS. Ma anche
assistenti sociali, badanti, consulenti, formatori, psicologhi e tutti gli
specialisti di settore. Inoltre parteciperanno le strutture e le aziende
sociosanitarie nonché i fornitori di prodotti e servizi alle aziende e alle
strutture socio-sanitarie, suddivisi per vari settori merceologici e di servizi
Gli utenti in Ememe potranno entrare in relazione tra di
loro e con le Organizzazioni, potranno creare e partecipare ai Gruppi, e,
infine creare e pubblicizzare eventi oppure ricercare e visualizzare eventi
promossi da altri.
Le Organizzazioni interessate a entrare in Ememe sono prima
di tutto le Associazioni; sia quelle
professionali sia quelle istituzionali e imprenditoriali. Interessate sono poi
le strutture sociosanitarie cioè i
luoghi in cui sono erogati i servizi e le aziende
sociosanitarie, cioè le organizzazioni profit e no-profit che gestiscono
servizi e strutture. Da ultimo si deve dare il giusto rilievo alla partecipazione
dei fornitori ciò di tutte quelle aziende che forniscono prodotti e servizi
alle aziende e alle strutture sociosanitarie.
Gli utenti dopo aver compiuto l’accesso a Ememe procederanno
alla registrazione, che potrà essere fatta anche tramite Facebook o linkedin,
per attivare il proprio account utente.
In seguito inseriranno altri dati facoltativi per completare il profilo dell’utente, che può essere
modificato, aggiornato e integrato nelle sue parti in qualsiasi momento.
Ogni utente potrà costituire un gruppo o accedere a gruppi
già esistenti o semplicemente visitarli per scambiare opinioni, buone pratiche,
consigli ecc
Ogni utente potrà essere attivo nel presentare eventi come
seminari, convegni corsi di formazione e, in ogni caso, sarà sempre informato
circa gli eventi promossi da altri che riguardano il settore.
Lavoro
All’interno di Ememe ci sarà anche una funzione di
cerca/offro lavoro. La funzione, disponibile per Utenti, Aziende e Strutture
socio sanitarie, permette di creare un punto di incontro tra la domanda e
l’offerta.
Gli utenti interessati possono inserire informazioni di
dettaglio circa il proprio percorso scolastico e i corsi di formazione
personale a cui hanno partecipato. Possono inserire inoltre il curriculum
professionale relativo alle esperienze di lavoro e le strutture nelle quali
hanno operato.
L’utente può pubblicare in formato PDF il proprio curriculum
Vitae e spedirlo via mail a una o più organizzazioni selezionate oppure rendere
semplicemente visibile il proprio profilo professionale alle strutture che
cercano personale.
Iscrivendosi alla sezione Lavoro sarà inoltre possibile
ricevere in automatico sulla propria bacheca tutte le inserzioni di altri
utenti o aziende che soddisfano i criteri impostati, come ad esempio una certa
vicinanza geografica di chi pubblica o la tipologia di ruolo ricercato
Le Aziende e strutture sociosanitarie possono pubblicare le inserzioni
di ricerca dei profili richiesti con determinati requisiti e/o caratteristiche
o ricercare all’interno del social le figure professionali per loro più idonee,
nel rispetto delle impostazioni di privacy impostate dagli utenti.
Vetrina
Con i Social generalisti la libertà di muoversi attraverso
le varie relazioni, del tutto disparate, riesce a sviluppare legami che
tuttavia rischiano di essere inconsistenti ed effimeri sia per la generalità
dell’orizzonte in cui ci si muove sia per l’instabilità del sistema stesso
delle relazioni. Ciò non ha impedito loro di progredire, ma ne limita la
profondità delle relazioni e delle riflessioni.
Stare acriticamente dentro le pagine di un social tradizionale
non aiuta più di tanto la formazione di un’identità individuale e di gruppo,
mentre aderire a uno strumento come Ememe, specialistico e capace di provocare
oltre che libero nelle sue dinamiche, permette momenti di svago e di approfondimenti
aprendo alla gestione di rapporti proficui sia sul piano professionale ed
economico sia sul piano formativo e culturale in generale.
Tutti gli utenti e le organizzazioni potranno usufruire di
un servizio di promozione che permette di dare evidenza alle proprie pagine o
agli eventi organizzati con possibilità di personalizzare il target di
riferimento per una maggior funzionalità. Opzione ricca di potenzialità per
utenti e aziende.
[1]
L’articolo è stato scritto sulla base di indicazioni fornite dallo Staff di
Ememe
[2]
Richard Dawkins (26 marzo 1941), laureato
in Biologia è divenuto poi professore di zoologia presso l’Università di Oxford.
Nella sua opera Il gene egoista viene definito il Meme,
un'entità replicabile relativa alla cultura con una funzione paragonabile a
quella del gene nella genetica.
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