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C’è un tempo per lavorare, un tempo per pensare, un tempo
per amare, per mangiare, per dormire, c’è un tempo che ci aspetta e un tempo
che non c’è più. C’è il tempo che resta…
…Lavorare in una realtà come l’hospice, che accoglie
persone in fase avanzata di malattia, la cui vita è definita “al termine”,
impone di pensare al tempo in un modo diverso, al proprio tempo e a quello
degli altri. Il tempo è una dimensione plurale: ciascuno ha il proprio vissuto, la propria percezione e anche nella stessa persona vi è un'estrema variabilità. Mi alzo al mattino con una certa sensazione, sento di avere la vita davanti e rientro alla sera con l’impressione di avere perso tempo e di non averne abbastanza. Così accade nello spazio di un giorno e nello spazio della vita. Chiedete a un bambino, a un adolescente, a un giovane, a un adulto o a un anziano come pensa il suo tempo. Fate la stessa domanda a una persona che sta bene e a una persona ammalata: è ovvio che otterrete risposte diverse. Ma a noi l’ovvio non basta. Proviamo ad andare in profondità, proviamo a indagare quanti e quali sono i modi di percepire il tempo, sforziamoci di conoscere noi stessi e gli altri, proviamo a individuare i momenti in cui il tempo, anzi i tempi nostri e degli altri coincidono, confliggono, si ignorano, si armonizzano, interferiscono, si arricchiscono.
L’esperienza del fine vita aiuta a riflettere
sulla condizione di esseri temporali
e a capire limiti e risorse insite
nel tempo. Come una lente di ingrandimento ci permette di mettere a fuoco la complessità che viviamo nei contesti di
cura e a vedere sotto un’altra luce l’esperienza
stessa della cura, non astratta da un contesto,
ma dentro un luogo e un’organizzazione dove insieme al nostro lavoro scorre la
vita. Come si configurano gli intrecci dei vissuti e delle strutture operative
nella situazione limite della malattia grave, quando il tempo sta per finire?
La consapevolezza di sé e del modo in cui l’équipe sta in questo tempo aiuta a
rendere migliore la cura e la vita della persona, fino alla fine.
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