Di Monica Manzoni
Nelle
pubblicità della televisione, le persone anziane sono dinamiche, sorridenti,
con la pelle liscia, in piena salute. Chi come me lavora nell’ambito dei
servizi per anziani, invece, vede persone girovagare per le strutture, oppure
ciondolare sulle sedie a rotelle. Crediamo di averci fatto l’abitudine, invece
ogni volta che troviamo sul nostro volto una nuova ruga ci si chiude lo
stomaco. Dobbiamo temere di invecchiare? La risposta per me è molto chiara:
assolutamente no! Al contrario, dobbiamo sperare di poter avanzare negli anni.
Qualcuno disse: “Non dispiacerti di invecchiare, è un privilegio negato a
molti”. Se però pensate di potervi assicurare una buona vecchiaia tramite l’uso
di creme miracolose o pastiglie dell’eterna giovinezza, devo ricordarvi che
l’invecchiamento felice non è in vendita.
è importante distinguere la vecchiaia dall’invecchiamento. La prima si riferisce
ad una stagione della vita, uno “stadio di età”. Come per tutti gli altri
periodi della vita, entrare ed attraversare la vecchiaia non ha a che fare
semplicemente con l’età cronologica, ma è una questione soggettiva, influenzata
da fattori personali, funzionali e sociali.
L’invecchiamento
invece non corrisponde ad un’età, ma ad un processo. Immaginiamo la vita di una
persona come un viaggio dal Monviso al mare Adriatico. La vecchiaia corrisponde
al paesaggio tra il rodigino e il ferrarese, mentre l’invecchiamento è
rappresentato dal fiume Po, che percorre tutto il tragitto ed innumerevoli
panorami, e nel suo continuo fluire si sviluppa. L’invecchiamento dunque è un
processo di sviluppo che continua per tutta la vita e che viene alimentato
dalle fattori genetici e ambientali. Il Prof. Novelli e collaboratori del
laboratorio di genetica medica dell’Università di Roma Tor Vergata riportano
molti studi che “suggeriscono che circa il 25% della variazione nella durata
della vita della specie umana possa essere spiegata da fattori genetici” (3)
(4).
“Molti di questi
geni sono strettamente legati a segnali chimici innescati da sostanze contenute
nei cibi”, in particolare sembra che il corretto metabolismo del glucosio sia
di fondamentale importanza (5). Inoltre, analisi di espressione genetica hanno
dimostrato come l’esercizio fisico, in particolare la camminata, sia in grado
di aiutare il controllo della glicemia, migliorare l’apparato cardiovascolare,
limitare il decadimento muscoloso-scheletrico e cognitivo e quindi migliorare
l’invecchiamento (6).
Parlare di
invecchiamento felice tuttavia presuppone non solo coltivare la longevità,
ossia la possibilità di vivere a lungo, ma anche la qualità di vita. Secondo i
dati Eurostat, nell’ultimo decennio la speranza di vita ha continuato ad
aumentare, ma non è stato lo stesso per quanto riguarda la speranza di vita in
salute, che è drasticamente diminuita. Significa che viviamo di più, ma
passiamo mediamente gli ultimi 20 anni della nostra vita con gravi problemi di
salute. Scegliere consapevolmente cosa mettere nel carrello della spesa,
preferire una passeggiata al divano, sono azioni alla nostra portata. Tuttavia,
a volte sembra molto difficile favorire un cambiamento, nonostante se ne
conoscano gli effetti benefici. In questo caso, la psicologia positiva può
essere di valido aiuto. Ad esempio, una recente ricerca ha dimostrato che
modificando la visione dell’invecchiamento in chiave positiva, i partecipanti
sono stati in grado di preferire l’attività fisica alla sedentarietà (7). Un
altro studio ha seguito per tre anni un gruppo di persone con un’età media di
61,5 anni, raccogliendo dati sulla salute, il funzionamento fisico e la
depressione ed ha dimostrato che coloro che mantenevano un atteggiamento
ottimista avevano negli anni seguenti un migliore invecchiamento (8).
In conclusione, la scienza ci dice
che non dobbiamo rassegnarci a subire il processo di invecchiamento
figurandocelo come un lento declino che conduce alla morte; che possiamo agire
attivamente per rendere il nostro invecchiamento un percorso di sviluppo
continuo; che immaginare la nostra vecchiaia come un’età fertile e florida
della vita ha effetti positivi sui reali esiti del processo di invecchiamento.
Se siete curiosi di saperne di più, vi aspetto il 23 settembre a Castel S.
Pietro Terme (BO) al Sente-Mente Day, durante il quale parlerò proprio di
invecchiamento felice (programma e modalità di iscrizione su
www.sente-mente.com). Se volete imparare come rendere felice il vostro
invecchiamento, sono in partenza i laboratori tenuti da me presso
l’associazione Caleidos (www.caleidos.bo.it).
Infine, se non vi ho
convinti a suon di scienza, visitate il Delta del Po, lasciatevi affascinare
dalla moltitudine della vita animale e vegetale che vi prospera, permettete al
vostro sguardo di perdersi nell’infinità del mare che accoglie il viaggio
individuale di un fiume in un tutto più grande. Immaginate la vostra vecchiaia
come il più desiderabile dei paesaggi ed il vostro invecchiamento come il più
scintillante dei fiumi e… felice viaggio!
Bibliografia
(1) Seligman, M. (2012). Fai fiorire la tua vita. Una nuova,
rivoluzionaria visione della felicità e del benessere. Torino: Anteprima.
(2) Sugarman L. (2001). Psicologia del ciclo di vita.
Modelli teorici e strategie d’intervento.
Milano: Raffaello Cortina Editore.
(3) Viji J., Suh Y. (2005). Genetics of longevity
and aging. In Annual
Review of Medicine, pp. 193-212.
(4) Finch C.E., Tanzi R.E. (2008). Genetics:
Sweet longevity. In Nature, 11, p. 141.
(5) Rhodes C.J. (2005). Type 2 diabetes-a matter
of ℬ-cell life and death? In Science, 307, pp. 380-384.
(6) Warton D.E. et al. (2006). Health benefits of
physical activity: the evidence. In Canadian
Medical Association Journal,
174, pp. 801-809.
(7) Wolff J.K. et al. (2014). What do targeting
positive views on ageing add to a physical activity intervention in older
adults? Results from a randomised controlled trial. In Psychology & Health, 29 (8), pp. 915-32.
(8) Wurm S., Benyamini Y. (2014). Optimism
buffers the detrimental effect of negative self-perceptions of ageing on physical
and mental health. In Psychology
& Health, 29 (7), pp.
832-48.
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La Dott.ssa Monica Manzoni cura la rubrica "Psicologia e felicità" di CARE Magazine.
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