martedì 20 marzo 2012

PIACENZA - Nato il Forum del terzo settore



Il 13 marzo 2012, poco prima delle 20 a seguito di una riunione molto partecipata è sorta la sezione della provincia di Piacenza del forum del terzo settore. Il percorso è stato molto lungo e accidentato ma alla fine il risultato è venuto e anche con una certa “battaglia elettorale” Niente male, visto che stiamo attraversando un momento di crisi della politica. Di questi tempi c’è un generale allontanamento dalle responsabilità pubbliche, tutti tentano di farsi gli affari propri e lasciano che ad occuparsi della cosa pubblica siano solo i politici di professione e gli approfittatori (e a volte le due cose coincidono!). Che il mondo del sociale no-profit mostri finalmente anche a Piacenza voglia di partecipare è una gran bella notizia!!
I componenti del Direttivo sono :
Paolo Anelli, Donatella Vaghini, Fabrizio Ramacci per la cooperazione sociale
Claudio Tagliaferri (Aias), Carmela Caserta ('Rondini di Chernobyl') e Anita Natali (Carmen Cammi, volontari per la Caritas) che poi ha rinunciato a favore di Pietro Ferrari ('Priscilla'), per il Volontariato
Sergio Danese (Auser), Alessandro Fornasari (Arci) e Mara Verderi ('La Ricerca') per le APS
Compongono il collegio dei revisori dei conti, Renato Dapero (Anoss), Filippo Battini (Diurni e Notturni) e Ivaldo Brignoni (Associazione Bambino Cardiopatico).
Si è deciso che la quota annua di adesione è di 50 euro e che la sede verrà posta presso la “Casa delle Associazioni” Il comitato direttivo si riunirà per l’elezione del portavoce e per definire le altre cariche.
Per maggiori info accedi al sito di Provincia solidale Clicca qui


lunedì 19 marzo 2012

Integrazione sociosanitaria. Il punto.. di partenza


Principi di integrazione
Il principio di fondo è che l’integrazione professionale fa parte del più ampio concetto dell’integrazione relativo alle politiche sociali e sanitarie che a loro volta devono essere considerate in coordinamento con le altre politiche incidenti sulla qualità della vita di una comunità e di un territorio. Tutto ciò quindi indica che lo studio di questi temi deve svolgersi a più livelli di responsabilità.
Quando si parla di integrazione ci si deve riferire alle indicazioni fornite dal Piano Sanitario del 1998/2000 nel quale vengono descritte 4 distinte tipologie di integrazione:
§  Integrazione Istituzionale
§  Integrazione Gestionale
§  Integrazione Professionale
§  Integrazione Comunitaria
L’integrazione istituzionale prevede la necessità di sviluppare forme di collaborazione fra istituzioni diverse che si organizzano per conseguire comuni obiettivi di salute. Ciò avviene avvalendosi di strumenti giuridici quali le convenzioni e gli accordi di programma.
L’integrazione gestionale si colloca, invece, a livello di struttura operativa: in modo unitario nel distretto e in modo specifico nel diversi servizi che lo compongono, individuando configurazioni organizzative e meccanismi di coordinamento atti a garantire l’efficace svolgimento delle attività, dei processi e delle prestazioni.
L'integrazione professionale che è quella che più ci interessa può esistere se si verificano alcune condizioni necessarie. Esse sono:

§  la costituzione di unità valutative integrate,
§  la gestione unitaria della documentazione,
§  la valutazione dell’impatto economico delle decisioni,
§  la definizione delle responsabilità nel lavoro integrato,
§  la continuità terapeutica tra ospedale e distretto,
§  la collaborazione tra strutture residenziali e territoriali,
§  la predisposizione di percorsi assistenziali appropriati per tipologie di intervento,
§  l’utilizzo di indici di complessità delle prestazioni integrate.
L’integrazione comunitaria si basa sulla presenza di strutture definite di partecipazione che garantiscano il ruolo attivo dei cittadini o delle loro associazioni, e sulla presenza di progetti di sviluppo della comunità e di promozione delle reti sociali