mercoledì 27 gennaio 2010

Associazioni e Forum del terzo settore

Si deve ricordare che è molto importante stabilire una linea di raccordo tra le associazioni di promozione sociale e le istituzioni pubbliche. Le associazioni costituiscono costituiscono una forza non trascurabile perché:
sono un elemento centrale nella costruzione del welfare locale,
rappresentano un’esperienza di cittadinanza attiva che fa crescere la comunità,
sono in grado di offrire autonomamente dei servizi qualificati al contesto locale.

È indipensabile anche rafforzare la visibilità e quindi le associazioni hanno un grande bisogno di formazione sul fronte della comunicazione. Un esempio è l’impianto redazionale del portale “Piacenza provincia solidale” perchè è un elemento privilegiato tra quelli che consentono alle associazioni di porsi come soggetto stabile e di essere in grado di comunicare e di fare rete. Occorre un ampliamento del servizio di consulenza per sostenere le procedure necessarie per sviluppare le relazioni con contenuti formali, ma soprattutto bisogna cogliere il momento di incontro come occasione per favorire quel dialogo tra le associazioni necessario alla costituzione del forum provinciale del terzo settore. Il forum, infatti, è la sede permanente del confronto fra i soggetti del terzo settore e le istituzioni locali, una sede in cui anche il mondo della promozione sociale può esprimere la propria collaborazione fattiva.

Nella consapevolezza dell’impegno delle associazioni, e con questi auspici si è tenuta la riunione ... (continua)

Il Testo Unico sull'immigrazione e il pacchetto sicurezza

Quandanche si viva in una comunità accogliente, con una significativa presenza di volontariato e di associazioni di promozione sociale, non si può sottovalutare il fatto che possono esistere gravi rischi per le persone immigrate. È necessario ricordare la situazione di crisi e le possibili conseguenze di una perdita di lavoro che possono mettere in discussione il permesso di soggiorno e spingere magari un capofamiglia in condizioni di illegalità. Con questi pensieri è stata introdotta la giornata di studio ..

Per leggere il report Una giornata di studio... Clik qui!!

martedì 26 gennaio 2010

Nel giorno della memoria pubblichiamo una dichiarazione di Christine Weise

DICHIARAZIONE DI CHRISTINE WEISE, PRESIDENTE DELLA SEZIONE ITALIANA DI AMNESTY INTERNATIONAL, IN OCCASIONE DEL GIORNO DELLA MEMORIA 2010



In occasione del 65° anniversario dell'apertura dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, il 27 gennaio 1945, riconosciuto come Giorno della Memoria, Christine Weise, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International, ha rilasciato la seguente dichiarazione:


Tenere viva la memoria di quel terribile crimine che fu la Shoah è importante per costruire un mondo migliore, un mondo che respinga per sempre la discriminazione, le torture e ogni forma di schiavitù. Un mondo in cui, fin da piccoli, bambine e bambini imparino a vedere in ogni persona innanzitutto l’essere umano, portatore di una dignità innata e titolare dei diritti universali. Un mondo in cui sempre più persone abbiano la lucidità di riconoscere e il coraggio di contrastare, fin dai primi sintomi, le violazioni dei diritti e la negazione dell’umanità altrui.
Proprio il ricordo della Shoah e la volontà di impedire per sempre il ripetersi di simili tragedie, sono stati il motivo per cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò, nel 1948, la Dichiarazione universale dei diritti umani. Difendere i diritti umani vuol dire aiutare a costruire un mondo in cui il ripetersi della Shoah non sia possibile, mai più.


In occasione del Giorno della Memoria, Amnesty International propone a docenti ed educatori due itinerari didattici e una bibliografia-filmografia essenziale, per discutere della Shoah con ragazzi e ragazze delle scuole secondarie. Vai sul sito www.amnesty.it/educazione

martedì 19 gennaio 2010

L'accreditamento dei servizi sociosanitari in Emilia Romagna. Parte una sfida ad ampio raggio


Dopo una lunghissima gestazione, finalmente, nel 2010 prende vita in Emilia Romagna l’accreditamento dei servizi sociosanitari.
È una notizia rilevante anche per chi non vive in questa regione perché l’accreditamento è il nuovo strumento di valutazione dei servizi e di miglioramento della qualità e ogni nuova interpretazione di questo strumento è bene che venga conosciuta, studiata, confrontata e se del caso criticata nel modo più ampio e diffuso possibile.

Nel bel mezzo di una non sopita crisi economica, estesa anche ad altri fattori della vita, si apre un nuovo percorso proteso verso una conclusione di una certa ambiziosa raffinatezza. Con l’accreditamento si vuole portare i servizi al massimo livello possibile di qualità attraverso azioni di controllo che incidono direttamente sui servizi stessi o altre azioni di pianificazione e selezione che incidono indirettamente o sono di grande importanza nell’incremento della qualità di sistema.

Per leggere l'intero articolo Clik qui

lunedì 11 gennaio 2010

Finanziaria 2010: ancora tagli a Comuni e Regioni per il sociale

Dopo il taglio di oltre mezzo miliardo di euro operato dalla Finanziaria del 2009, prosegue anche con la Legge Finanziaria del 2010 il taglio ai fondi per il sociale erogati a regioni e comuni.


La Finanziaria del 2010 non prevede più alcun finanziamento (nel 2009 erano 100 milioni di euro) per il Piano straordinario servizi socio-educativi per la prima infanzia che è stato decisivo per sviluppare l’offerta di asili nido in Italia. Dopo un gran parlare di politiche per aiutare le famiglie si interviene negativamente su uno dei pochi fondi in grado di intervenire efficacemente nel supporto delle famiglie dove entrambi i genitori lavorano.

Il taglio ancor più rilevante della legge finanziaria 2010 colpisce il finanziamento principale del sociale che è costituito dal Fondo nazionale per le politiche sociali. In questi ultimi anni il Fondo – nella parte destinata alle regioni - è stato costantemente ridotto fino ad arrivare ai 171 milioni del 2010. In questo caso il taglio è di 299 milioni; due terzi dell’intero finanziamento.

inanziamenti per il settore sociale previsti dalle Leggi Finanziarie 2008, 2009 e 2010 (milioni di €).


Questo pesantissimo taglio potrebbe essere compensato da un Fondo di pari importo recentemente istituito dall’art. 9 bis del D.L. 78/2009 (conv. L.109/2009). Tale norma, anticipando l’attuazione delle misure connesse alla realizzazione di un sistema di federalismo fiscale, stanzia 300 milioni di euro per le attività di carattere sociale di pertinenza regionale allo scopo di assicurare la tutela dei diritti e delle prestazioni sociali fondamentali su tutto il territorio nazionale. Il condizionale è d’obbligo perché la norma è nuovissima e la sua formulazione lascia ancora insoluti diversi dubbi. Infatti, in relazione alle modalità di riparto di questo fondo si dice che farà riferimento all’ammontare dei proventi spettanti a regioni e province autonome, ivi compresi quelli afferenti alla compartecipazione ai tributi erariali statali, in misura tale da garantire disponibilità finanziarie complessivamente non inferiori a 300 milioni di euro annui e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Che cosa significano queste ultime parole? Forse che a fronte di questo finanziamento dedicato al sociale ci saranno riduzioni nelle quote di compartecipazione erariale di competenza regionale?


Spiace infine rilevare che in un momento di crisi occupazionale come questo e di difficoltà delle famiglie il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione (L. 431/1998) tocca il minimo storico, registrando una ulteriore riduzione di 18 milioni di euro, fermandosi a 144 milioni euro (nel 2000 era di 362 milioni di euro). Con queste risorse gli enti locali aiutano i nuclei familiari più poveri a pagare il canone di locazione. La costante riduzione del finanziamento non fa che rendere ancora più pesante una situazione che vede, soprattutto delle aree metropolitane, il numero delle domande di contributo in costante aumento nel tempo e, parallelamente, la costante diminuzione del grado di copertura del contributo erogato.

Nel complesso, nel 2010 le risorse statali che verranno erogate alle regioni per il sociale – e poi attraverso queste ai comuni – diminuiranno di 117 milioni di euro che potrebbero diventare 417 se il nuovo fondo “federalista” non dovesse avere la destinazione che abbiamo previsto. Si tratta di decisioni governative che vanno in controtendenza rispetto alle necessità attuali del paese.


Come è noto, buona parte di queste risorse sono destinate ai comuni che le utilizzano per finanziare i servizi sociali. Il risultato complessivo di questa riduzione dei finanziamenti statali per il sociale che si assomma drammaticamente a quello avvenuto anche nel 2009 e nel 2008 avrà un impatto dirompente sulle politiche sociali dei comuni. Il risultato sarà una riduzione dei servizi sociali ed un aumento delle quote di partecipazione alla spesa a carico dell’utente. Nel momento in cui servirebbero più risorse da dedicare al settore sociale per compensare una grave crisi economica queste risorse vengono ridotte e contribuiscono ad acuire gli effetti della crisi sulle famiglie italiane più fragili.


10 gennaio 2010.

Presidente ANOSS

Franco Pesaresi




venerdì 8 gennaio 2010

Ripartizione tra famiglie, comuni e ASL delle rette di degenza

LA RETTA DI DEGENZA: PROBLEMI RELATIVI ALLA RIPARTIZIONE DELLE QUOTE TRA FAMIGLIE, COMUNI E ASL
di Massimiliano Gioncada,Consulente Enti Locali


Per affrontare lo “spinoso” tema propostomi, di sicura attualità e di grande impatto sugli attori coinvolti, istituzionali e non, ritengo di poter utilizzare alcune sentenze che, tra il 2007 e il 2009, sono state emanate dal Giudice (ordinario) di merito milanese, per poi chiudere con la disamina un recente sentenza della Corte di Cassazione.Non si spaventino i non giuristi: l’analisi proposta non sarà meccanicamente tecnicistica ma, anzi, ancorata ai fatti concreti, con osservazioni, giuridiche, che per gli addetti ai lavori saranno comunque d’immediata comprensione e riconduzione.Devesi però evidenziare come il dictum del Giudice di legittimità sia, invero, alquanto sottile e specialistico, ciò che, nell’ambito della presente relazione, sarà forse la parte più ostica da comprendere.I rapporti contrattuali tra le strutture, tipicamente le R.S.A., i soggetti ricoverati (ovvero i loro parenti), le A.S.L. e i Comuni, sono da qualche tempo a questa parte divenuti terreno di scontro giudiziale, in virtù del peso (rectius: costo) sempre maggiore che grava sui fruitori e sulle casse delle Istituzioni. E ciò, se non in termini assoluti (che sarebbe da verificare caso per caso), quantomeno in termini relativi,stante l’oggettiva contrazione economica...
(continua)

giovedì 7 gennaio 2010

Assistenza residenziale in Emilia Romagna. Lavori in corso

L’assistenza residenziale agli anziani in Emilia Romagna
Di Dino Terenziani - Consulente

La Legge della Regione Emilia Romagna 12 marzo 2003, n. 2 “NORME PER LA PROMOZIONE DELLA CITTADINANZA SOCIALE E PER LA REALIZZAZIONE DEL SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI”, con le modifiche apportate dalla legge 20/2005, ha ridisegnato il sistema del Welfare locale e nel corso di questi 6 anni sono state attuate alcune importanti realizzazioni, di cui le nuove procedure di accreditamento rappresentano una prima conclusione.
Sono già operativi i Piani di Zona di cui all’art 29, le Aziende Servizi alla Persona (ASP) di cui all’art 22, il Fondo Regionale per la non Autosufficienza di cui all’art. 50 ed è stata approvata nell’aprile 2009 la Delibera 514 “Primo provvedimento della G.R. attuativo dell’art. 23 della L.R. 4/2008 in materia di accreditamento dei servizi sociosanitari”
Una conclusione che porterà a regime tutte le novità introdotte, quando con la definizione delle tariffe potrà
(continua- Clik qui)

Migliorare la qualità nei servizi residenziali

Ciome migliorare la qualità nei servizi
di F. Iurlaro


PREMESSA

“La qualità dell’assistenza consiste nella sua capacità di migliorare lo stato di salute e di soddisfazione di una popolazione nei limiti concessi dalle tecnologie, dalle risorse disponibili e dalle caratteristiche dell’utenza” A.Donabedian
Una prima definizione della qualità potrebbe essere: “è l’insieme delle caratteristiche e delle proprietà di un prodotto o servizio che gli conferiscono l’attitudine a soddisfare dei bisogni”. I principi fondamentali della Qualità Totale (Q.T.) (o Total Quality Management, T.Q.M.) cui si fa riferimento sono l’orientamento al cliente, l’analisi sistemica, il miglioramento continuo (Kaizen), lo sviluppo delle risorse umane, l’analisi dei processi.
In giapponese “kaizen” rappresenta l’impegno al miglioramento quotidiano, con piccoli progressi verificabili, trasversali a tutta l’organizzazione. Procedere secondo questa strategia significa che “non passa giorno senza che si produca qualche miglioramento all’interno dell’azienda”. Il miglioramento continuo porta all’eccellenza, sostanzialmente il massimo livello possibile .. CONTINUA - CLIK QUI