
Nelle pubblicità della televisione, le persone anziane sono dinamiche, sorridenti, con la pelle liscia, in piena salute. Chi come me lavora nell’ambito dei servizi per anziani, invece, vede persone girovagare per le strutture, oppure ciondolare sulle sedie a rotelle. Crediamo di averci fatto l’abitudine, invece ogni volta che troviamo sul nostro volto una nuova ruga ci si chiude lo stomaco. Dobbiamo temere di invecchiare? La risposta per me è molto chiara: assolutamente no! Al contrario, dobbiamo sperare di poter avanzare negli anni. Qualcuno disse: “Non dispiacerti di invecchiare, è un privilegio negato a molti”. Se però pensate di potervi assicurare una buona vecchiaia tramite l’uso di creme miracolose o pastiglie dell’eterna giovinezza, devo ricordarvi che l’invecchiamento felice non è in vendita.
è importante distinguere la vecchiaia dall’invecchiamento. La prima si riferisce ad una stagione della vita, uno “stadio di età”. Come per tutti gli altri periodi della vita, entrare ed attraversare la vecchiaia non ha a che fare semplicemente con l’età cronologica, ma è una questione soggettiva, influenzata da fattori personali, funzionali e sociali.

“Molti di questi
geni sono strettamente legati a segnali chimici innescati da sostanze contenute
nei cibi”, in particolare sembra che il corretto metabolismo del glucosio sia
di fondamentale importanza (5). Inoltre, analisi di espressione genetica hanno
dimostrato come l’esercizio fisico, in particolare la camminata, sia in grado
di aiutare il controllo della glicemia, migliorare l’apparato cardiovascolare,
limitare il decadimento muscoloso-scheletrico e cognitivo e quindi migliorare
l’invecchiamento (6).
Parlare di
invecchiamento felice tuttavia presuppone non solo coltivare la longevità,
ossia la possibilità di vivere a lungo, ma anche la qualità di vita. Secondo i
dati Eurostat, nell’ultimo decennio la speranza di vita ha continuato ad
aumentare, ma non è stato lo stesso per quanto riguarda la speranza di vita in
salute, che è drasticamente diminuita. Significa che viviamo di più, ma
passiamo mediamente gli ultimi 20 anni della nostra vita con gravi problemi di
salute. Scegliere consapevolmente cosa mettere nel carrello della spesa,
preferire una passeggiata al divano, sono azioni alla nostra portata. Tuttavia,
a volte sembra molto difficile favorire un cambiamento, nonostante se ne
conoscano gli effetti benefici. In questo caso, la psicologia positiva può
essere di valido aiuto. Ad esempio, una recente ricerca ha dimostrato che
modificando la visione dell’invecchiamento in chiave positiva, i partecipanti
sono stati in grado di preferire l’attività fisica alla sedentarietà (7). Un
altro studio ha seguito per tre anni un gruppo di persone con un’età media di
61,5 anni, raccogliendo dati sulla salute, il funzionamento fisico e la
depressione ed ha dimostrato che coloro che mantenevano un atteggiamento
ottimista avevano negli anni seguenti un migliore invecchiamento (8).

Se siete curiosi di saperne di più, vi aspetto il 23 settembre a Castel S. Pietro Terme (BO) al Sente-Mente Day, durante il quale parlerò proprio di invecchiamento felice (programma e modalità di iscrizione su www.sente-mente.com). Se volete imparare come rendere felice il vostro invecchiamento, sono in partenza i laboratori tenuti da me presso l’associazione Caleidos (www.caleidos.bo.it).
Infine, se non vi ho
convinti a suon di scienza, visitate il Delta del Po, lasciatevi affascinare
dalla moltitudine della vita animale e vegetale che vi prospera, permettete al
vostro sguardo di perdersi nell’infinità del mare che accoglie il viaggio
individuale di un fiume in un tutto più grande. Immaginate la vostra vecchiaia
come il più desiderabile dei paesaggi ed il vostro invecchiamento come il più
scintillante dei fiumi e… felice viaggio!
Bibliografia
(1) Seligman, M. (2012). Fai fiorire la tua vita. Una nuova,
rivoluzionaria visione della felicità e del benessere. Torino: Anteprima.
(2) Sugarman L. (2001). Psicologia del ciclo di vita.
Modelli teorici e strategie d’intervento.
Milano: Raffaello Cortina Editore.
(3) Viji J., Suh Y. (2005). Genetics of longevity
and aging. In Annual
Review of Medicine, pp. 193-212.
(4) Finch C.E., Tanzi R.E. (2008). Genetics:
Sweet longevity. In Nature, 11, p. 141.
(5) Rhodes C.J. (2005). Type 2 diabetes-a matter
of ℬ-cell life and death? In Science, 307, pp. 380-384.
(6) Warton D.E. et al. (2006). Health benefits of
physical activity: the evidence. In Canadian
Medical Association Journal,
174, pp. 801-809.
(7) Wolff J.K. et al. (2014). What do targeting
positive views on ageing add to a physical activity intervention in older
adults? Results from a randomised controlled trial. In Psychology & Health, 29 (8), pp. 915-32.
(8) Wurm S., Benyamini Y. (2014). Optimism
buffers the detrimental effect of negative self-perceptions of ageing on physical
and mental health. In Psychology
& Health, 29 (7), pp.
832-48.
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La Dott.ssa Monica Manzoni cura la rubrica "Psicologia e felicità" di CARE Magazine.
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