Si tratta di una sintesi della mia presentazione al convegno sulla contenzione promosso da ANASTE che si è tenuto a Bologna il 18 ottobre scorso
Cerco qui di offrire per quanto possibile la parte contenutistica e multimediale dell'intervento
La contenzione viene così definita: “Atto sanitario assistenziale che utilizza, con o senza il consenso della persona e/o dei famigliari, mezzi fisici o meccanici applicati al corpo o allo spazio circostante la persona per limitarne i movimenti”
Art. 13 Costituzione
“La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa
alcuna forma di detenzione, di ispezione operquisizione personale, né
qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto
motivato dalla autorità giudiziaria nei soli casi e modi previsti dalla
legge.”
Art. 32 Costituzione
“Nessuno può essere obbligato a un determinato
trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in
nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
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Art. 591 Codice penale “abbandono di minori od incapaci”
“Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a sé stessa e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni”.
Art. 593 Codice penale “omissione di soccorso”
Chiunque, trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli anni dieci, o un'altra persona incapace di provvedere a se stessa, per malattia di mente e di corpo, per vecchiaia o per altra causa, omette di darne immediato avviso all'Autorità, è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a lire seicentomila. Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l'assistenza occorrente o di darne immediato avviso all'Autorità. Se da siffatta condotta del colpevole deriva una lesione personale, la pena è aumentata; se ne deriva la morte, la pena è raddoppiata.
1Art. 605 Codice penale “sequestro di persona”
“Chiunque priva taluno della libertà personale è punito con la reclusione da sei mesi a otto anni”.
Art. 54, comma 1, Codice penale “stato di necessità”
“Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare se od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, ne altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”
Le norme di
legge che sono giustamente molto dure e, si può dire, altrettanto chiare di per
sé stesse. Meno chiaro e molto difficile è invece il comportamento dell’operatore
e del responsabile sociosanitario che dentro agli stretti confini delle norme
si deve muovere ma che si trova costantemente di fronte al dilemma se contenere
o no nella consapevolezza che in ogni caso potrebbe incorrere nella responsabilità
penale. Un dilemma tra il “sequestro di persona” e “l’abbandono di incapace”, dilemma
che può trovare una soluzione solo con la prova di aver agito in “stato di
necessità”
Non che
l’aspetto giuridico non conti, anzi, è uno dei motivi di crisi di chi deve
assumere le decisioni, ma la decisione e l’atto del sottoporre a contenzione
una persona umana provoca crisi indipendentemente dalle considerazioni e dalle
paure di tipo giuridico.
Questo
perché quando la Costituzione Italiana ha definito “inviolabile” la libertà
personale non ha introdotto una novità ma ha semplicemente registrato una
condizione psicologica preesistente e diffusa. Universalmente nota e accettata,
universalmente riconosciuta come appartenente al diritto naturale di ogni
persona umana e questo perché appartiene alla condizione istintiva di ognuno di
noi.
Questo
concetto grande è stato espresso molto bene in tutte le forme d’arte dalla pittura e
scultura, al cinema e alla musica.
"Freedom"
è una scultura in bronzo situata a Philadelphia davanti agli uffici GSK
"Volevo creare una
scultura che chiunque, indipendentemente dal proprio contesto, potesse
guardare e percepire immediatamente l'idea di qualcuno che lotta per
liberarsi”.
Questa scultura rappresenta
la lotta per la conquista
della libertà attraverso il processo creativo.
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Anche per la
musica c’è un’infinità di citazioni possibili. Per prima vi voglio proporre un
pezzo di Domenico Modugno che nel 1960 partecipò al festiva di Sanremo
classificandosi al secondo posto.
Il pezzo si
chiamava “Libero”[1]
e ve lo propongo per meglio far comprendere quale enorme forza ci sia dietro a
questa parola. La vitalità dell’interprete va oltre ogni aspettativa.
Libero” di
Modugno è un inno alla libertà individuale proprio quella libertà definita
inviolabile dalla costituzione. Dalle parole, dalla musica e dai gesti
dell’interpretesi comprende l’assunto che l’inviolabilità di questa libertà non
dipende da una norma di legge bensì da un principio etico. È così forte in noi
che chiunque la tolga a un altro va contro un bene primario e infligge necessariamente
un male ingiusto a un suo simile.
Qualcuno
capisce e non si ribella, magari ammette anche di averne bisogno ma mai lo
accetta, semmai lo subisce. Ma com'è difficile rispondere alla domanda “Perché mi leghi?”. È difficilissimo perché
già dal fatto che la domanda ti venga rivolta: “perché mi leghi?” si capisce
che se n’è reso conto e – dice Barbara - si capisce che l’ospite si vede legato
e così se ne comprende il dramma: un
essere umano non dovrebbe essere legato, in nessun caso!
DIA N° 5 Ora prima di sentire le canzoni più attuali e problematiche sulla
libertà si prova a riprendere invece un’altra canzone che magari pochi
ricorderanno e che ha un significato in questo caso perché sottolinea il valore
romantico della libertà. Si tratta di “Libertà” di Albano e Romina quando
ancora cantavano insieme.
La libertà
va sempre ricercata, quanta solitudine senza.
La libertà va difesa perché è l’unica a dar senso alla vita e oggi il
crescente cinismo (evidentemente erano già presenti alcuni dubbi, all’apparire
dei dubbi la prima reazione è stato diventare più cinici. C’è un crescente cinismo verso gli umili e i
deboli, ma un “coro si leverà” per ricercare te (la libertà).
DIA n°6 La rassegnazione ecco l’elemento
critico che tutti gli operatori di qualunque livello devono costantemente
rilevare. Si, perché anche quando sembra che l’ospite si sia abituato e non
mostra più con evidenza i segni dell’insofferenza in realtà, spesso con una
rabbia latente e sempre pronta a esplodere, in realtà si è semplicemente e
drammaticamente rassegnato al suo destino.
DIA N° 7 La storia della canzone italiana
è costellata di belle canzoni e molte, moltissime parlano di libertà. Non le
possiamo ascoltare tutte, ma solo si deve ricordare che nel corso degli anni è
cambiato radicalmente il contenuto spirituale dei testi sulla libertà. Dal quel
mitico esaltante inno di Modugno si arriva agli anni del di fine secolo e del
nuovo millennio con una nuova visione, difficile, problematica. Vasco Rossi (Liberi liberi) dice che in fondo
soddisfatto di me non lo sono mai stato .. liberi liberi siamo noi ma liberi da
che cosa..??
Per non
parlare di “Libero” di Fabrizio Moro che della vecchia canzone di Modugno ha
solo uguale il titolo visto che inizia con una sequela di domande tra cui si
domanda perché non è nato nel 1950 che nel ’70 avrebbe saputo cosa fare..
voglio essere libero dalla convinzione che la terra è tonda … libero dalla
paura del futuro. Questo dunque è l’uomo di oggi: un uomo che fa molta fatica a
trovare la sua strada. Se questo è il background culturale di cui tutti noi ci
stiamo alimentando figuriamoci come possiamo essere sereni a contatto col
problema della contenzione cioè della privazione della libertà di un altro. Lo
guardiamo con indifferenza? Se lo
guardiamo con indifferenza vuol dire che “persi nei fatti nostri” evitiamo di instaurare un rapporto o se lo
instauriamo sarà un rapporto freddo e professionale e non arricchito del calore
indispensabile in ogni relazione umana.
DIA N° 8 Parlando della rassegnazione
viene spontaneo chiedersi se anche gli operatori e i responsabili alla fine si
sono rassegnati. La piccola esperienza dell’indagine che abbiamo svolto afferma
il contrario. Nelle figure di responsabilità non c’è rassegnazione, ma sempre
desiderio di ricerca di superare l’ostacolo di cercare una nuova strategia. Il
sentimento principale non è la rassegnazione, ma, semmai, la sensazione di
fallimento e di impotenza.
si veda l'intervisa che segue che tocca in particolare i problemi
si veda l'intervisa che segue che tocca in particolare i problemi
Interessante
un altro elemento che non sempre viene considerato: la struttura stessa come
elemento di contenzione. La struttura per sua definizione, non è un carcere, ma
è uno spazio limitato e limitante, quindi non viene applicato al singolarmente
ma ma è de facto un elemento di
contenzione che si può diminuire negli effetti con la previsione di spazi
speciali e di comportamenti adeguati.
Ci sono due
conclusioni che val la pena di citare e sottolineare.
La prima è
osservazione finale è che “la libertà ha un prezzo” la contenzione si potrebbe
evitare o ridurre ai minimi termini solo a condizione di avere a disposizione
un sostanzioso incremento di risorse.
La seconda è
che se non possiamo aumentare le risorse in termini di numero di operatori
possiamo aumentarle in termini di qualità del comportamento degli operatori che
devono essere seguiti e sempre sostenuti con un costante supporto formativo
specifico teso a favorire la loro partecipazione.
DIA N° 9 E su questo si apre il dibattito
se gli operatori devono partecipare in modo distaccato e senza coinvolgimento
emotivo o se, visto che le emozioni non sono comprimibili oltre un certo punto,
è meglio gestire, favorire incanalare in
termini positivi la partecipazione tout court sia sul piano tecnico sia sul
piano emotivo.
DIA N° 10 La libertà come partecipazione
di Giorgio Gaber. Con un classico indimenticabile ho chiuso la presentazione.
Segue il testo della canzone "Libero" di Fabrizio Moro
« Voglio sentirmi libero da questa
onda
libero dalla convinzione che la terra è tonda Libero libero davvero non per fare il duro libero libero dalla paura del futuro Libero perché ognuno è libero di andare libero da una storia che è finita male e da uomo libero ricominciare perché la libertà è sacra come il pane. » |
(Il
ritornello della canzone)
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Libero è un
brano musicale composto ed interpretato da Fabrizio Moro, è il
secondo singolo dell'album Domani uscito
nel2008.
Il testo, a quanto
affermato dal cantautore è quello che tuttora lo rappresenta di più, tant'è che
lo stesso cantautore ha tatuato sul braccio destro "la libertà è sacra
come il pane", frase della suddetta canzone.
Il singolo che è stato
colonna sonora per la prima serie di Canale 5 I liceali, ha
ottenuto un buon successo, per il quale è stato girato anche un videoclip
musicale. Nel mese di luglio 2013 è stata scelta come colonna sonora per lo
spot della Fiat Punto.
[1] Libero (Il testo)
è l'alba/nel mare già respirano/le bianche vele/Ascolto un eco
dolce/che mi chiama/è la vita che chiama me/Libero voglio vivere/come
rondine/che non vuol tornar/al nido/Libero voglio andarmene/libero non
cercatemi/e i ricordi i ricordi/gettarli in fondo al mare/Corre la vela
mia/corre per il suo mare/chi la può mai fermare/Naviga naviga naviga
naviga/Scivola scivola scivola/col vento va/verso la libertà.../Libero voglio
vivere/e' fantastico incredibile/Libero sono libero