Il 13 Luglio nella sala del
teatro dell’ASP Santa Chiara di Volterra abbiamo tenuto un nuovo workshop
dedicato al tema del burnout. Dopo la proiezione integrale di “Marilena è qui”,
abbiamo chiesto qualche opinione al pubblico presente e ne è nato un breve
dibattito sull’importanza dell’elaborazione delle emozioni che si provano sul
lavoro e sulla necessità o meno di parlare con un esperto che aiuti in questo
percorso.
Alcune operatrici intervistate
hanno dichiarato di ritrovare spesso nella loro responsabile un punto di
riferimento, non solo per quanto riguarda l’organizzazione di turni e mansioni,
ma anche come fondamentale interlocutore per uno sfogo momentaneo e per un supporto
in un periodo crisi personale. Quello che la psicologa Daniela Gaci Scaletti ha
invece sottolineato è il ruolo di una figura esterna che crei uno spazio dove
l’operatore possa fa emergere difficoltà, problematiche ed emozioni negative.
Cliccate sul video qua sotto per vedere i loro interventi:
Le forme di supervisione
In effetti psicologi, ma anche
educatori professionali, indicano tre forme di supervisione: la prima è da
parte della persona stessa, che può
ad esempio prendere nota su un’agenda dei fatti, dei pensieri e delle emozioni
che hanno contraddistinto quella giornata; la seconda è da parte dei propri colleghi, cioè con qualcuno che facendo
lo stesso lavoro potrà capire meglio le difficoltà della persona; un collega,
d’altra parte, ha anche gli stessi strumenti di chi parla, per cui spesso si
necessita di un terzo livello di supervisione da parte di un professionista.
La supervisione di un esperto può
avvenire in forma individuale o in
gruppo. Spesso però una delle prime difficoltà che s’incontra è legata al
pregiudizio. Ricordiamo infatti le parole di un’operatrice che ci aveva
rilasciato una video-intervista lo scorso Maggio. L’OSS affermava che per
quanto la struttura in cui lavorava avesse uno sportello dove i dipendenti
potevano richiedere l’aiuto di uno psicologo, questo rimaneva pressoché
inutilizzato, dal momento che chiedere aiuto può essere spesso visto come sinonimo
di debolezza e di inadeguatezza, come una mancanza o una vergogna, dunque come un
qualcosa da nascondere. Ed è Forse anche per questa ragione che gli psicologi
tendono a favorire il lavoro di gruppo.
La supervisione dell’esperto in gruppo
Inoltre, trattandosi di un lavoro
svolto per la maggior parte in équipe, è importante che la squadra sia unita e
coesa nelle difficoltà, supportando il collega e facendone sentire apprezzate
le capacità, in modo da rafforzare autostima e difesa personale. Per creare un
gruppo sinceramente unito sono necessarie due fasi di lavoro. Il primo passo è
costituito dal far emergere tutto il negativo nel rapporto fra i colleghi e con
l’utenza. In questa fase il controllo di un esperto esterno gioca un ruolo
rilevante di contenimento di manifestazioni emotive eccessive e di stimolazione
all’ascolto empatico fra i partecipanti. Il secondo passo è di tipo
identificativo, cioè quella in cui il gruppo riconosce e valorizza le parti
simili e gli elementi in comune che possano fortificare l’unione. Si parte da
questa situazione per elaborare insieme strategie di difesa e contenimenti
dello stress lavoro-correlato, per poi prevenire il fenomeno del burnout.
Una domanda
È chiaro dunque che compito del
supervisore esterno è quello di impostare un metodo di ascolto e
compartecipazione, che possa poi proseguire
anche al di fuori delle sedute, che possono avere cadenza settimanale o più
diradata. Ora chiediamo a voi professionisti, che ci seguite e che probabilmente
avete conosciuto da vicino il problema, che ne pensate? Avete avuto esperienze
di supervisione psicologica individuale o di gruppo messe a disposizione dalla
vostra struttura? Le avete trovate efficaci per la prevenzione o per il
superamento di fenomeni spiacevoli legati a stress e burnout?
Il vostro punto di vista è molto
importante: può aiutare tutti noi a trovare soluzioni nuove o a migliorare
quelle esistenti.
Scrivici a info@editricedapero.it se vuoi raccontare la tua esperienza o esprimere la tua impressione.
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