mercoledì 24 febbraio 2010

Appunti su Progettazione/Pianificazione (2)

Nella prima parte dell’approfondimento su progettazione e pianificazione si è pervenuti ad una conclusione. Nei servizi assistenziali sociosanitari esiste l’attività di progettazione in quanto riferita al PAI che peraltro avendo un significato operativo peculiare sconfina nell’accezione corrente di piano tutte le volte che non lo si considera come prodotto cartaceo di un’attività di studio e progettazione ma come documento di controllo per gestire in itinere l’attività di assistenza. In questo senso risponde alla definizione di Pianificazione intesa come programmazione di un’attività secondo un piano prestabilito.


Detto questo manca una piccola considerazione ulteriore sui progetti in attività sociosanitaria ed è quanto si riferisce ai progetti di nuovi servizi. Per progetto di nuovi servizi si deve intendere l’attività che un’azienda di servizi dovrà effettuare per realizzare un nuovo servizio sia che si tratti di un servizio residenziale sia domiciliare. Ovviamente se si tratterà di un servizio residenziale la questione sarà più complessa perché l’attività di progettazione del servizio dovrà essere preceduta dalla progettazione dei locali sapendo che la struttura diverrà parte integrante del progetto di servizio. Non solo ma rappresenta anche una grande difficoltà dovuta al fatto che la struttura comporta un forte investimento in termini di spesa che dovrà essere ammortizzato negli anni, quindi non deve essere un progetto inefficiente e i locali devono soddisfare efficacemente le richieste di qualità che utenza e stakeholder pongono. Un progetto di servizio si può modificare in tempi brevi se non può essere validato e così anche il progetto della struttura se si osservano le regole previste dalle norme di qualità ISO. Con questo esempio si capisce l’importanza della validazione. Si immagini che si deve progettare da zero una nuova struttura destinata ad ospitare un nucleo di 30 posti per non autosufficiente in quanto in quel determinato distretto ne esiste la necessità evidenziata dal Piano di Zona vigente. A questo punto il responsabile della progettazione dovrà leggere con molta attenzione cosa dice in merito la normativa dell’accreditamento perché è evidente che il nuovo servizio richiesto dal Piano di Zona sarà accreditato a quell’azienda che ne realizza un progetto coerente con le norme. Per l’esattezza in questo momento dovrebbero essere prese in considerazione le norme per l’accreditamento provvisorio, ma dovendosi realizzare la struttura fisica per quanto riguarda i requisiti architettonici è meglio riferirsi fin da subito alle norme per l’accreditamento definitivo . È dunque necessario prendere in considerazione i requisiti specifici previsti per la struttura di una casa-residenza per anziani non autosufficienti. Il riferimento normativo è l’allegato D.2.3 della deliberazione regionale 514/2009. Tale allegato relativamente al problema in discorso prevede una serie di deroghe per le strutture già autorizzate o in fase di realizzazione in base a progetti finanziati con risorse regionali, poi, al punto 4.3 stabilisce che le nuove strutture in caso di richiesta di accreditamento devono rispettare i parametri previsti dai successivi punti fino al 4.23. Non sembra il caso di fare l’elenco dei requisiti per i quali si rimanda al testo della norma; solo preme sottolineare qualche elemento determinante. La capacità ricettiva massima o può superare i 75 posti . quindi il nostro progetto sarà ammissibile se inserito nella realtà esistente non fa superare tale limite. Seconda questione le camere da letto sono a 1 o a 2 posti, (Quindi non sono più ammissibili stanze a tre) e le stanze singole almeno il 40%. C’è una serie di prescrizioni e al punto 4.19 un elenco importante circa gli spazi che devono esistere nel nucleo (Soggiorno, zona pranzo, locale per il personale, angolo scaldavivande, bagno assistito, vuotatoio, deposito carrozzine). Molto importante e degna di approfondimento la prescrizione di cui al punto 4.23: “Tutti i locali sopraindicati, destinati ad attività o vita collettiva (soggiorni e sale da pranzo) sia generali che di nucleo, devono essere di dimensioni adeguate alla capacità ricettiva massima prevista per la struttura. Dunque le camere da letto singole devono avere almeno 12 mq. di superficie utile mentre quelle a due posti devono avere 18 mq. Disposizione discutibile ma chiara. I locali destinati ad attività o vita collettiva devono invece essere di dimensioni adeguate. Questa non è altrettanto chiara e sia pur con la precisazione che devo essere adeguate alla capacità ricettiva massima non perde la sua indeterminatezza. Rimane dubbia quale sia la misura adeguata non essendo indicato un parametro. Il problema principale che nasce da questa norma indeterminata è quello di attestare le ragioni di una scelta circa la misura degli spazi. Ciò non può essere fatto attraverso le procedure che la ISO 9001 definisce di riesame o di verifica, ma con un atto di validazione cioè di verifica dell’adeguatezza in condizioni d’uso del progetto rispetto ai bisogni reali degli utilizzatori. Le norme dell’accreditamento non prescrivono esattamente una tale procedura ma poiché è richiesta la documentazione delle scelte operate nella realizzazione dei servizi, non sarà possibile giustificare una scelta della misura degli spazi se non con una validazione che è implicitamente indicata come necessaria. Se la scelta di una determinata dimensione non sarà documentata in modo da dimostrare che discende da un costrutto razionale sarà sempre contestabile.

Per parlare ora della pianificazione si può dire, in termini generali, che è il processo con il quale, dato un sistema sociale, si stabilisce uno stato futuro dello stesso ritenuto desiderabile (obiettivo), si individuano le azioni per conseguirlo (piano d’azione) e le risorse per mettere in atto queste azioni. Il prodotto della pianificazione prende il nome di piano. La pianificazione può interessare sistemi sociali di differenti dimensioni: da un intero sistema economico (pianificazione macroeconomica) o sociale ad una singola azienda (pianificazione aziendale).

Attraverso la pianificazione aziendale si definiscono gli obiettivi dell’azienda e le azioni per conseguirli. Per obiettivi si intendono i risultati misurabili che ci si attende di raggiungere in futuro entro un tempo determinato. Il tempo in cui si pensa di raggiungere gli obiettivi proposti è il loro orizzonte temporale. Rispetto a questo si può scomporre la pianificazione in termini più o meno ampi o ristretti e si parlerà di pianificazione strategica o pianificazione operativa a seconda della maggior ampiezza dell’orizzonte temporale e del grado di dettaglio degli obiettivi. La pianificazione strategica traduce la mission aziendale in obiettivi strategici di lungo termine, mentre con la pianificazione operativa si traducono gli obiettivi strategici in obiettivi operativi caratterizzati da un orizzonte temporale di breve termine, normalmente un anno.

La pianificazione, insieme al controllo di gestione , è una funzione che qualifica un’amministrazione di tipo manageriale, le due funzioni sono connesse ed entrambe indispensabili per una gestione aziendale efficace.

Il processo di pianificazione aziendale è una sequenza di attività che i manager eseguono partendo da un’analisi del contesto esterno, per giungere ad una fase di indagine e previsione economico-finanziaria.

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