venerdì 30 aprile 2010

ACCREDITAMENTO? - Protagonisti del nostro futuro!!

Ecco il punto: vogliamo continuare ad essere protagonisti del nostro futuro!!
Si è fatto tanto rumore sulla necessità di sviluppare la formazione del personale di assistenza per un lavoro integrato e moderno. Si è sostenuto di tutto e di più sul valore delle professioni di cura, si sono spese molte risorse economiche per organizzare e gestire corsi per le varie figure professionali alcune della quali appositamente create, alcune a sola diffusione regionale e magari un po’ in declino, altre, come l’OSS, che acquisiscono sempre maggior importanza elevando i contenuti professionali. Tutto ciò fa parte di una corretta dialettica di sviluppo, ma, a questo, corrisponde un atteggiamento altrettanto chiaro sotto il profilo politico? No! Nella giornaliera battaglia per la supremazia in politica uno degli ultimi se non l’ultimo argomento è la professionalizzazione dei giovani e dei lavoratori. Gli argomenti che Roma si appresta ad affrontare sono le riforme costituzionali sulla forma di Governo, il federalismo e il processo penale. A chi si aspetta proposte sul welfare e sul lavoro arrivano messaggi depistanti quali la separazione delle carriere giudiziarie, indecifrabile ai più, o le diatribe sulle intercettazioni e sui processi mediatici in TV. La Confindustria chiede azioni concrete, che tradotto significa soldi o sgravi fiscali utili per la ripresa, ma nessuno, proprio nessuno pensa ad un investimento sulle persone. I lavoratori vengono trattati come dei macchinari: quando invecchiano si sostituiscono oppure mantenuti in servizio senza manutenzione. Tanto il prodotto si vende lo stesso perché i parametri di scelta sono condizionati dalla pubblicità o dai monopoli.


Il settore del welfare è a rischio perché costa tanto e lo Stato fatica a garantire le risorse economiche necessarie. La sanità è una voragine, ma siamo sicuri che l’organizzazione delle aziende pubbliche e l’accreditamento delle aziende private garantiscano la massima efficacia nella spesa? Non è legittimo dubitare che grandi quantità di risorse siano sprecate e altre abbiano consentito abnormi guadagni agli imprenditori del settore? È, in sostanza, una sconfitta bi-partisan. Non ha funzionato l’accreditamento privato perché ha favorito la speculazione né quello pubblico che ha favorito il clientelismo e la dispersione. E noi cosa ci facciamo in mezzo a questa confusione? Stiamo fermi a guardare? O raccogliere le nostre forze, siamo migliaia, e far sentire la nostra voce. I lavoratori dell’assistenza sono lo strumento primo della qualità dei servizi, dimentichiamoci del lavoratore e possiamo chiudere le aziende di servizio alla persona. Il valore di un’azienda è dato dall’immobile, i macchinari e il personale. Nelle nostre aziende il personale occupa il 70/80 % del costo della produzione, quindi conta di più di macchinari e struttura anche in termini economici oltre che di importanza umana. Questo devono capire i nostri capi a Roma e nei capoluoghi di Regione: “senza una politica di qualificazione del lavoro di assistenza sarete costretti a chiudere le aziende pubbliche e a sopportare un decadimento della qualità” Anche i privati, infatti, senza una politica del personale che metta questo fattore al centro saranno costretti a ridurre la qualità. Noi siamo il cuore e possiamo fare la differenza. Il cliente del servizio assistenziale ha pochi strumenti di valutazione, a questo deve soccorrere lo Stato; a che servirebbe se no l’accreditamento?? Certo se facciamo norme sull’accreditamento che sono burocratiche strutture di controllo arriveremmo poco lontano, ma se nell’accreditamento sapremo mettere tutta la vera natura del fattore personale potremo avviarci a un futuro di servizi qualificati. Tutta la categoria dei lavoratori nel servizio assistenza socio-sanitaria deve insorgere e pretendere il rispetto della dignità di un professionista che, per la difficoltà implicita del lavoro che fa, perennemente a contatto col disagio, deve essere dotato di una formazione idonea e gratificato da una considerazione sociale degna del valore della sua opera. Noi lavoriamo per questo. ANOSS si impegna nella formazione e chiede di includere il personale nel capitale delle aziende. Bisogna sapere e dar conto del fatto che questo capitale può aumentare o diminuire non solo in funzione del numero e delle qualifiche formalmente attribuite, ma in funzione della qualità e dell’efficacia professionale che si declina in termini di qualità di vita dell’operatorie oltre che del servizio. Ricerca e studio su questi temi è la specifica mission di ANOSS.

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