sabato 9 gennaio 2016

2016: cosa c'è di nuovo? Un sacco di idee!

Da qualche tempo mi sta torturando un pensiero: voglio capire quanto il nostro mondo è cambiato. La risposta non l'ho mai trovata e così ho deciso di smettere di fare studi analitici. 
Basta guardarsi intorno: cosa è cambiato? Tutto! Sono cambiate le case e le città, sono cambiate le automobili e tutti gli altri mezzi di trasporto. Dal centro di Milano al centro di Roma in treno si fa prima che in aereo!  Va bene, tutto sembra cambiato in meglio. E le relazioni? Le relazioni tra le persone sono cambiate anche loro e sono cambiate così tanto che se non sappiamo prenderne atto e adattarci al nuovo rischiamo di rimanere soli. 
Soli completamente, abbandonati dai Governanti che governano in base ai sondaggi e alle idee espresse nei social network, abbandonati dalle aziende industriali che producono beni sulla base delle opinioni rilevate da internet. Non andremo più in vacanza spendendo il giusto se non conosceremo i trucchi del Booking on line e alla fine potremmo essere abbandonati anche dagli amici che, non potendo mai dialogare con noi in modo virtuale, potrebbero pensare che  non siamo più in grado di dialogare in alcun modo o che non abbiamo nessun argomento interessante da comunicare.
Va bene, sto esagerando, ma provate un po' a pensare: come vivrebbe oggi una persona se non fosse capace di utilizzare almeno  uno dei tanti strumenti di comunicazione e di navigazione in rete. 
Sarebbe  semplicemente fuori!


E se vogliamo far conoscere ciò che stiamo realizzando? Possiamo farlo dire da un banditore? Farlo pubblicare da un giornale? Farlo stampare sui manifesti? Si va tutto bene, ma non basta! Il numero di persone raggiunto sarà sempre modesto e di certo sproporzionato al costo da sostenere.

È chiaro cosa si deve fare: si deve mettere la notizia in rete! Ma non è così facile… Quanti contatti pensiamo di raggiungere se semplicemente mettiamo la nostra notizia sul nostro sito? Qualcuno potrebbe dire: molti. Bene, ma i realtà i contatti raggiunti sono quelli consolidati che oltretutto potrebbero affievolirsi nel tempo perché un’altra cosa è cambiata: la tendenza alla fedeltà nella ricerca di informazione. 

Una volta chi leggeva “Il Corriere” non andava a comprare un altro giornale e così faceva lo spettatore del TG1 ma adesso… nessuno è più fedele a nessuna fonte di informazione. Adesso hanno senso solo le reti social o per lo meno le reti informali tra operatori dello stesso sistema.

Dunque anche le politiche commerciali sono cambiate? Si, certo. Sono cambiate o per lo meno devono cambiare. La resistenza al nuovo è sempre un fattore di rallentamento specialmente quando il nuovo mette in discussione principi ritenti sacrosanti in tutte le attività commerciali quale la necessità di difendersi dalla concorrenza. Tale necessità, che guarda caso ha cambiato faccia anche lei, spingeva  tutti a negare qualunque informazione ai concorrenti reali e potenziali. Oggi non sembra più il caso di fare una cosa simile, basta proteggere alcune informazioni sensibili  ma il “prodotto finito” va immesso nel network, lo conoscano pure tutti anche quelli che lo possono copiare.
Nel mondo dell’editoria e della produzione di eventi culturali c’è ancora una certa ritrosia ad aderire a questo concetto ma in realtà ci dovremmo tutti impegnare per superare al più presto quello che credo sia un evidente limite del sistema.

E’ necessario che tutto il sistema di produzione di cultura sociosanitaria sia proiettato alla creazione di una ragnatela relazionale condivisa ed inserita adeguatamente nelle prassi e nelle modalità operative, essendo consci che solo così sarà possibile raggiugere una profonda conoscenza dei bisogni di coloro che di questi servizi culturali devono servirsi. Solo così ogni azienda o associazione o gruppo potrà affrontare il futuro con personalità rafforzata dalle sue scelte consapevoli e dalla definizione di alcune caratteristiche distintive.
Il web consente quindi di attivare un sistema relazionale profondo, concreto e molto importante, le grandi aziende l’hanno intuito e lo stanno applicando noi dobbiamo muoverci!!

Dovendo fronteggiare una pressione competitiva su vasta scala ci dobbiamo caratterizzare sempre più come sistemi aperti e fortemente interagenti, consapevoli del fatto che il successo dipende in grande misura dalla capacità di mobilitare competenze e risorse di business presenti all’esterno della nostra stessa azienda: società, gruppo informale o associazione che sia. 

La creazione di network tra imprese consente, potenzialmente, di occupare in modo più organico le aree di interesse nell’ambito del mercato della cultura sociosanitaria e di rapportarsi con interlocutori che operano all’interno di uno spazio economico ampio. 

Con le nuove tecnologie tutto ciò è attuabile facilmente: Internet rappresenta un’opportunità di moltiplicazione degli scambi e di aumento della visibilità verso nuovi interlocutori. Non importa se un nostro concorrente vede i nostri contatti, anche noi vedremo i suoi. Ciò che conta è che vedremo più persone interessate e, se sapremo analizzare correttamente le informazioni di feedback potremo conoscere in anticipo e meglio cosa dobbiamo fare e cosa dobbiamo proporre. Potremo capire come fare per inserire la nostra attività in quella nicchia precisa che consente  di esprimere al meglio le nostre potenzialità.

Questi concetti non li abbiamo scritti per caso: basta considerare che  sosteniamo Ememe, il social network dedicato al mondo sociosanitario e gestiamo un sito  www.editricedapero.it dove vi reclamizziamo il nostro Meeting di aprile ma non trascuriamo di mettere in evidenza tutte le attività di quelle realtà produttrici di cultura che abbiamo avuto il piacere di incontrare.

Buon 2016 e buona fortuna a tutti!!


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