lunedì 28 ottobre 2013

La contenzione: aspetto critico nella relazione assistenziale

Si tratta di una sintesi della mia presentazione al convegno sulla contenzione promosso da ANASTE  che si è tenuto a Bologna il 18 ottobre scorso
Cerco qui di offrire per quanto possibile la parte contenutistica e multimediale dell'intervento


 La contenzione viene così definita: “Atto sanitario assistenziale che utilizza, con o senza il consenso della persona e/o dei famigliari, mezzi fisici o meccanici applicati al corpo o allo spazio circostante la persona per limitarne i movimenti”


 
Ricordiamo alcune norme a partire dal dettato della nostra Carta fondamentale che sul tema definisce “inviolabile” la libertà personale non ammette quindi nessuna forma di restrizione della libertà se non per atto dell’autorità giudiziaria, mentre sulle cure sanitarie dice che il trattamento sanitario non può essere obbligatorio se non in casi particolari.


Art. 13 Costituzione
“La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa alcuna forma di detenzione, di ispezione operquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dalla autorità giudiziaria nei soli casi e modi previsti dalla legge.”
Art. 32 Costituzione
“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

Di grande rilievo sono poi le disposizioni del Codice Penale in particolare per ciò che concerne l’abbandono di incapace e l’omissione di soccorso, nonché le disposizioni sul sequestro di persona e quella generale sullo stato di necessità  che rende  non punibile il fatto  se è stato compiuto per salvare qualcuno da un danno grave alla persona.

Art. 591 Codice penale “abbandono di minori od incapaci”
“Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a sé stessa e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni”.
Art. 593 Codice penale “omissione di soccorso”
Chiunque, trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli anni dieci, o un'altra persona incapace di provvedere a se stessa, per malattia di mente e di corpo, per vecchiaia o per altra causa, omette di darne immediato avviso all'Autorità, è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a lire seicentomila. Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l'assistenza occorrente o di darne immediato avviso all'Autorità. Se da siffatta condotta del colpevole deriva una lesione personale, la pena è aumentata; se ne deriva la morte, la pena è raddoppiata.
1Art. 605 Codice penale “sequestro di persona”
 “Chiunque priva taluno della libertà personale è punito con la reclusione da sei mesi a otto  anni”.
Art. 54, comma 1, Codice penale “stato di necessità”
“Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare se od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, ne altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”


Le norme di legge che sono giustamente molto dure e, si può dire, altrettanto chiare di per sé stesse. Meno chiaro e molto difficile è invece il comportamento dell’operatore e del responsabile sociosanitario che dentro agli stretti confini delle norme si deve muovere ma che si trova costantemente di fronte al dilemma se contenere o no nella consapevolezza che in ogni caso potrebbe incorrere nella responsabilità penale. Un dilemma tra il “sequestro di persona” e “l’abbandono di incapace”, dilemma che può trovare una soluzione solo con la prova di aver agito in “stato di necessità”
Ma quello che mi propongo di indagare in questa occasione non è tanto il dilemma giuridico, penale quanto quello umano e psicologico.

Non che l’aspetto giuridico non conti, anzi, è uno dei motivi di crisi di chi deve assumere le decisioni, ma la decisione e l’atto del sottoporre a contenzione una persona umana provoca crisi indipendentemente dalle considerazioni e dalle paure di tipo giuridico.

Questo perché quando la Costituzione Italiana ha definito “inviolabile” la libertà personale non ha introdotto una novità ma ha semplicemente registrato una condizione psicologica preesistente e diffusa. Universalmente nota e accettata, universalmente riconosciuta come appartenente al diritto naturale di ogni persona umana e questo perché appartiene alla condizione istintiva di ognuno di noi.

Questo concetto grande è stato espresso molto bene  in tutte le forme d’arte dalla pittura e scultura, al cinema e alla musica.






Nota sull’opera di  Zenos Frudakis

"Freedom" è una scultura in bronzo situata a Philadelphia davanti agli uffici GSK
"Volevo creare una scultura che chiunque, indipendentemente dal proprio contesto, potesse guardare e percepire immediatamente l'idea di qualcuno che lotta per liberarsi”.
Questa scultura rappresenta
la lotta per la conquista della libertà attraverso il processo creativo.

Per il cinema c’è un’infinità di citazioni possibili. Un capolavoro del 1994 “Le ali della libertà” tratto da un racconto di Stephen King, diretto da Frank Darabont e interpretato da Tim Robbins e Morgan Freeman.

Anche per la musica c’è un’infinità di citazioni possibili. Per prima vi voglio proporre un pezzo di Domenico Modugno che nel 1960 partecipò al festiva di Sanremo classificandosi al secondo posto.

Il pezzo si chiamava “Libero”[1] e ve lo propongo per meglio far comprendere quale enorme forza ci sia dietro a questa parola. La vitalità dell’interprete va oltre ogni aspettativa.


Libero” di Modugno è un inno alla libertà individuale proprio quella libertà definita inviolabile dalla costituzione. Dalle parole, dalla musica e dai gesti dell’interpretesi comprende l’assunto che l’inviolabilità di questa libertà non dipende da una norma di legge bensì da un principio etico. È così forte in noi che chiunque la tolga a un altro va contro un bene primario e infligge necessariamente un male ingiusto a un suo simile.

DIA N° 4 -Questa la premessa e ora un’analisi più specifica nel settore che ci interessa. Come vive il problema della contenzione fisica il soggetto che la riceve e colui che la applica? La OSS Barbara interrogata su questo risponde che è sempre difficile non immedesimarsi nella persona che sta di fronte quando la si assoggetta ad un vincolo. E spesso si capisce chiaramente la loro contrarietà a volte espressa in modo semplice e diretto. “Ligam mia!” in italiano “non legarmi!” è un’invocazione che nasce dal profondo e colpisce forte che l’ascolta sapendo di non poterla esaudire. A volte si tranquillizzano, ma altre volte si agitano di più –dice la OSS Rita - diventano difficili, bisogna intervenire ancor più e paradossalmente il lavoro si fa più difficile. C’è anche qualche operatore che ha voluto provare scoprendo così che dolore in fondo non se ne prova e che c’è anche una certa libertà di movimento. Interessante “provare” vedere concretamente cosa si provoca sull'altro  così magari si capisce un po’ di più cosa conviene fare e come stringere o non stringere troppo il vincolo.

Qualcuno capisce e non si ribella, magari ammette anche di averne bisogno ma mai lo accetta, semmai lo subisce.  Ma com'è difficile rispondere alla domanda “Perché mi leghi?”. È difficilissimo perché già dal fatto che la domanda ti venga rivolta: “perché mi leghi?” si capisce che se n’è reso conto e – dice Barbara - si capisce che l’ospite si vede legato e così  se ne comprende il dramma: un essere umano non dovrebbe essere legato, in nessun caso!

DIA N° 5  Ora prima di sentire le canzoni più attuali e problematiche sulla libertà si prova a riprendere invece un’altra canzone che magari pochi ricorderanno e che ha un significato in questo caso perché sottolinea il valore romantico della libertà. Si tratta di “Libertà” di Albano e Romina quando ancora cantavano insieme.
La libertà va sempre ricercata, quanta solitudine senza.  La libertà va difesa perché è l’unica a dar senso alla vita e oggi il crescente cinismo (evidentemente erano già presenti alcuni dubbi, all’apparire dei dubbi la prima reazione è stato diventare più cinici.  C’è un crescente cinismo verso gli umili e i deboli, ma un “coro si leverà” per ricercare te (la libertà).

DIA n°6 La rassegnazione ecco l’elemento critico che tutti gli operatori di qualunque livello devono costantemente rilevare. Si, perché anche quando sembra che l’ospite si sia abituato e non mostra più con evidenza i segni dell’insofferenza in realtà, spesso con una rabbia latente e sempre pronta a esplodere, in realtà si è semplicemente e drammaticamente rassegnato al suo destino.


DIA N° 7 La storia della canzone italiana è costellata di belle canzoni e molte, moltissime parlano di libertà. Non le possiamo ascoltare tutte, ma solo si deve ricordare che nel corso degli anni è cambiato radicalmente il contenuto spirituale dei testi sulla libertà. Dal quel mitico esaltante inno di Modugno si arriva agli anni del di fine secolo e del nuovo millennio con una nuova visione, difficile, problematica.  Vasco Rossi (Liberi liberi) dice che in fondo soddisfatto di me non lo sono mai stato .. liberi liberi siamo noi ma liberi da che cosa..??
Per non parlare di “Libero” di Fabrizio Moro che della vecchia canzone di Modugno ha solo uguale il titolo visto che inizia con una sequela di domande tra cui si domanda perché non è nato nel 1950 che nel ’70 avrebbe saputo cosa fare.. voglio essere libero dalla convinzione che la terra è tonda … libero dalla paura del futuro. Questo dunque è l’uomo di oggi: un uomo che fa molta fatica a trovare la sua strada. Se questo è il background culturale di cui tutti noi ci stiamo alimentando figuriamoci come possiamo essere sereni a contatto col problema della contenzione cioè della privazione della libertà di un altro. Lo guardiamo con indifferenza?  Se lo guardiamo con indifferenza vuol dire che “persi nei fatti nostri”  evitiamo di instaurare un rapporto o se lo instauriamo sarà un rapporto freddo e professionale e non arricchito del calore indispensabile in ogni relazione umana.


DIA N° 8 Parlando della rassegnazione viene spontaneo chiedersi se anche gli operatori e i responsabili alla fine si sono rassegnati. La piccola esperienza dell’indagine che abbiamo svolto afferma il contrario. Nelle figure di responsabilità non c’è rassegnazione, ma sempre desiderio di ricerca di superare l’ostacolo di cercare una nuova strategia. Il sentimento principale non è la rassegnazione, ma, semmai, la sensazione di fallimento e di impotenza.
si veda l'intervisa che segue che tocca in particolare i problemi
Interessante un altro elemento che non sempre viene considerato: la struttura stessa come elemento di contenzione. La struttura per sua definizione, non è un carcere, ma è uno spazio limitato e limitante, quindi non viene applicato al singolarmente ma  ma è de facto un elemento di contenzione che si può diminuire negli effetti con la previsione di spazi speciali e di comportamenti adeguati.

Ci sono due conclusioni che val la pena di citare e sottolineare.
La prima è osservazione finale è che “la libertà ha un prezzo” la contenzione si potrebbe evitare o ridurre ai minimi termini solo a condizione di avere a disposizione un sostanzioso incremento di risorse.
La seconda è che se non possiamo aumentare le risorse in termini di numero di operatori possiamo aumentarle in termini di qualità del comportamento degli operatori che devono essere seguiti e sempre sostenuti con un costante supporto formativo specifico teso a favorire la loro partecipazione.


DIA N° 9 E su questo si apre il dibattito se gli operatori devono partecipare in modo distaccato e senza coinvolgimento emotivo o se, visto che le emozioni non sono comprimibili oltre un certo punto, è meglio gestire, favorire  incanalare in termini positivi la partecipazione tout court sia sul piano tecnico sia sul piano emotivo.

DIA N° 10 La libertà come partecipazione di Giorgio Gaber. Con  un classico indimenticabile ho chiuso la presentazione.


Segue il testo della canzone "Libero" di Fabrizio Moro

« Voglio sentirmi libero da questa onda
libero dalla convinzione che la terra è tonda
Libero libero davvero non per fare il duro
libero libero dalla paura del futuro
Libero perché ognuno è libero di andare
libero da una storia che è finita male
e da uomo libero ricominciare
perché la libertà è sacra come il pane. »
(Il ritornello della canzone)
Libero è un brano musicale composto ed interpretato da Fabrizio Moro, è il secondo singolo dell'album Domani uscito nel2008.
Il testo, a quanto affermato dal cantautore è quello che tuttora lo rappresenta di più, tant'è che lo stesso cantautore ha tatuato sul braccio destro "la libertà è sacra come il pane", frase della suddetta canzone.
Il singolo che è stato colonna sonora per la prima serie di Canale 5 I liceali, ha ottenuto un buon successo, per il quale è stato girato anche un videoclip musicale. Nel mese di luglio 2013 è stata scelta come colonna sonora per lo spot della Fiat Punto.




[1] Libero (Il testo)
è l'alba/nel mare già respirano/le bianche vele/Ascolto un eco dolce/che mi chiama/è la vita che chiama me/Libero voglio vivere/come rondine/che non vuol tornar/al nido/Libero voglio andarmene/libero non cercatemi/e i ricordi i ricordi/gettarli in fondo al mare/Corre la vela mia/corre per il suo mare/chi la può mai fermare/Naviga naviga naviga naviga/Scivola scivola scivola/col vento va/verso la libertà.../Libero voglio vivere/e' fantastico incredibile/Libero sono libero

mercoledì 16 ottobre 2013

ANOSS Magazine News: L'oroscopo di OTTOBRE

Penso che comunque la si veda un oroscopo... non fa mai male..!
ANOSS Magazine News: L'oroscopo di OTTOBRE: ARIETE Un inizio d’autunno un po’ sottotono, ombrosi e insoddisfatti. Vi sentirete fiacchi e stanchi. Vi muoverete a destra e a sinistr...

ANOSS Magazine News: La contenzione- video interviste

ANOSS Magazine News: La contenzione- video interviste: Abbiamo realizzato alcune interviste e colloqui con operatori OSS e figure di responsabilità e ve li proponiamo. Per accedere a You tub...

mercoledì 25 settembre 2013

Desiderare e scegliere ascoltando il cuore (ANOSS Magazine - editoriale di settembre)

Desiderare e scegliere ascoltando il cuore
“Quando desideri qualcosa, tutto l'Universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio”.
(Paulo Coelho, L'alchimista, 1988)[1]

Da giovanissimi, abbiamo sognato obiettivi importanti e grandi risultati. Poi a poco a poco la durezza della vita, così ci siamo detti, o, peggio, la sfortuna ci hanno ridimensionato rendendoci più vulnerabili.
 Ci siamo arrabbiati con la sorte e ci siamo lamentati  “della pioggia incessante” arenandoci in una spiaggia desolata dove è difficile l’azione del desiderio. Così abbiamo avviato una visione pessimistica e qualcuno ha finito per credere che non valga la pena di perseguire obiettivi, perché se raggiungeremo qualcosa sarà quando non lo desideriamo più![2] Ma non si può vivere senza desiderare, il problema è cosa e come desiderare.
L’uomo oggi vive in una condizione di emergenza, non soltanto quando sistemi politici autoritari ne minacciano le condizioni elementari di libertà e di sopravvivenza, ma anche laddove, pur in sistemi dove le libertà democratiche sono garantite, è il desiderio del cuore che corre il rischio di venire anestetizzato, censurato.(Dalla presentazione del Meeting di Rimini 2013)
L’affievolirsi del giovanile slancio ci porta ad accontentarci di gestire desideri “minori” a torto ritenuti sufficienti per definire il nostro status. Così ci accontentiamo di un aperitivo nel locale alla moda o di un’incursione nell’autlet più vicino per comprare qualche nuovo straccetto truccato da vestito di alta classe.
Come possiamo permetterci di mantenere imbrigliata in questa pochezza la nostra ricerca di senso della vita, ancor più noi che siamo immersi in un lavoro dove la relazione con l’uomo è l’elemento centrale?
Dobbiamo tornare al nostro sogno di gioventù e scopriremo che forse non è più quello. Non perché la durezza della vita o peggio la sfortuna ci ha perseguitati, ma perché la nostra vita ci ha condotti pian piano per mano fin qui per farci capire il nostro destino è un altro. Allora ricominciamo a desiderare pensando che il nostro posto nel mondo è grande perché grande è l’opera che noi svolgiamo. Dobbiamo ricominciare a credere abbandonando strane religioni che ci inducono a pellegrinaggi più o meno frequenti nelle nuove commercio-cattedrali.
Dobbiamo trovare un punto di partenza nella scintilla del desiderio, cercare un senso compiuto alla nostra vita riconoscendo le forze che influiscono su di noi anche quando negative perché ci insegnano a realizzarci. Ogni volta che ci tolgono qualcosa, infatti, non ci tolgono realmente ma ci indirizzano verso la nostra realizzazione personale. Qualunque sia il nostro ruolo nel lavoro e nella vita, solo se desideriamo profondamente, con coraggio e fiducia possiamo raggiungere la nostra meta, quella che ci è data come specifica missione nell’universo. Ricordiamoci che solo così, con la nostra volontà scaturita dal cuore e con la mediazione di tutto ciò che ci circonda possiamo concretizzare la nostra missione sulla terra. E fare questo non è una mera possibilità, è un nostro dovere, forse l’unico vero profondo dovere.



[1] Paulo Coelho: scrittore nato a Rio de Janeiro il 24 ago 1947 da una famiglia di origini portoghesi. Spinto da un‘istintiva avversità per le regole ebbe forti contrasti con la famiglia e la società tanto da conoscere  l’ospedale psichiatrico, il carcere e la tortura. Dal 2007 è tra i “messaggeri di pace” dell’ONU.
[2] Vedi Cesare Pavese: “Il mestiere di vivere, 1935/50” (postumo 1952).

venerdì 9 agosto 2013

sabato 27 luglio 2013

Sanità e servizi sociosanitari. Un diritto?

Si legge spesso che il Servizio Sanitario pubblico è una conquista sociale irrinunciabile per l’uguaglianza e la dignità dei cittadini e che non si devono accettare modifiche riduttive del nostro sistema a volte anche mobilitando la popolazione per sottoscrivere petizioni.È vero la costituzione ha sancito il diritto all’art. 32 che recita testualmente:
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Ho recentemente letto una lucida ricostruzione delle interpretazioni che storicamente sono state date alla norma costituzionale (Fernando Sacco[1]) e ha appreso come la consapevolezza del senso e dell’intensità del diritto alla salute sia andato nel tempo aggiornandosi rispetto alla realtà. La riforma del 1978 con la legge 833 ha dato alla norma regionale un valore precettivo che in precedenza l’interpretazione corrente le aveva negato ritenendola meramente programmatoria. Ciò significa  ch a partire dalla legge di riforma la salute diventa un diritto soggettivo[2]. Peccato che a partire da quel momento si è scatenato l’inferno della politica nazionale e regionale su questo tema mentre lo Stato italiano l’Europa e il mondo intero incominciava la sua tempestosa navigazione verso una crisi economica senza precedenti.
Dare tutto  a tutti non era mai stato possibile ma lo diventa sempre meno quindi si passa ad una diversa interpretazione del valore dispositivo della norma costituzionale e si definiscono i Livelli Essenziali di Assistenza. Si riconosce inoltre che il sistema di produzione è troppo politicizzato e gestito dai partiti e si creano le Aziende sanitarie al poste delle vecchie USL.
Poi arriva la riforma del Titolo quinto della costituzione che attribuisce alle Regioni la titolarità esclusiva della materia e a questo punto il “patatrak” è compiuto!
Le riforme degli anni ’90 hanno cercato di modificare gli errori a livello di organizzazione aziendale con un’azione (illusoria) tesa a sottrarre l’organizzazione all’ingerenza dei partiti, mentre la riforma costituzionale del 2003 (Titolo V Cost.) ha cercato di favorire l’autonomia. Nessuna delle due ha funzionato, la prima perché la politica non ha fatto nessun passo indietro, anzi. Al di là della riduzione numerica degli addetti agli organi di programmazione controllo e gestione non si è andati. Poco importa se non c’è più un Consiglio di Amministrazione e tutto il potere operativo si concentra nel Direttore. Ciò che conta è che l’organo da cui dipende il Direttore è un organo saldamente incardinato nel sistema politico, quindi, al di là delle belle parole di efficienza e d efficacia il mandato che il Direttore riceverà sarà sempre a sfondo politico.. e non ci sarebbe niente di male se la politica facesse il suo dovere col lealtà e senso di rispetto della cittadinanza rappresentata. Ma non è così oggi al Governo centrale e ancor più in periferia la politica è profondamente malata di autoreferenzialità e incompetenza. Sappiamo che  benché malata continua ad agire peggiorando ogni giorno la situazione. Nel celebre pezzo di Einstein sulla crisi e sulla necessità di innovazione c’è un’affermazione che mi piace citare in questo caso. “La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie d’uscita”. Forse nel caso della sanità italiana non è tanto la pigrizia ma è proprio solo e soltanto l’incompetenza. I nostri amministratori politici non sanno niente, non hanno imparato  a gestire gli alti compiti del loro ruolo. Perché nessuno glielo ha insegnato, perché i pochi capi consapevoli e imbroglioni volevano solo degli “utili ignoranti” al loro seguito. Se questo è successo nel Governo centrale figuriamoci a valle!! Due sole modalità di gestione della politica incarnate dalle due formazioni principali. Gestire i rapporti con organismi privati o gestire direttamente i servizi con difetti diversi ma gravi comunque. Nel primo caso nessun spreco da parte di chi produce i servizi ma un margine nascosto indecifrabile e non quantificabile se non attraverso le stime sulla corruzione della Corte dei Conti, mentre nel secondo caso lo spreco c’è ed è dato da una illusione di servizio universalistico attraverso un’interpretazione clientelare dell’organizzazione e del servizio stesso.
I nostri politici nazionali rimandano e quelli regionali continuano ad ingrassare fornitori e clientes.
Questo in sanità e nei servizi socio assistenziali? Peggio, è ovvio.




[1] Dr. Fernando Sacco già Direttore del Dipartimento Risorse Umane dell’ASL n°9 di Trapani esperto di legislazione sanitaria e organizzazione aziendale

domenica 14 luglio 2013

Lettera a un amico

 Ho scritto a un amico. Un messaggio breve come si usa adesso. Poi ho riletto il messaggio e mi son detto: questo vale in generale, non è una comunicazione a un amico, è l’espressione di un’idea, più o meno condivisibile, ma un’idea. Allora la decisione di pubblicare questa lettera:

“Caro Amico,
domani sarò nella tua città, sarò al convegno che ti ho detto, spero di vederti così parliamo degli argomenti che stai studiando. La mia opinione è che le ASP sono un totale fallimento rappresentativo della crisi strutturale della burocrazia della regione spinta da ragioni ideologiche peraltro antiquate e inconsistenti con nessuna prospettiva efficiente sotto il profilo economico, organizzativo e sociale. Dare tutto a un unico ente a conduzione monocratica puzza di Cremlino, ma è molto triste essere post comunisti in un mondo come il nostro dopo che il comunismo applicato è praticamente scomparso in ogni parte del mondo civile. Attaccarsi alle idee del passato che hanno fatto storia ma che sono finite è una follia: è come cercare di correre guardando all'indietro in una foresta irata di rovi. Se la regione va avanti così il servizio pubblico concluderà la sua esistenza in un tempo più o meno lungo. Diciamo che resisterà finché ci saranno enti locali consenzienti a supportarlo. Ma alla fine i soldi finiranno e nessuno potrà più sostenere i maggiori costi, gli sprechi dati dal sistema e dall'endemica incompetenza degli organi monocratici messi dai politici a governare le attività di servizio dove conta anche l’aspetto economico (e come se conta) a dispetto della definizione che le ASP sarebbero ENTI PUBBLICI NON ECONOMICI. Le ASP sono delle aziende… governate dai burocrati e condannate a morire perché non c’è il comunismo a coprirle e siamo in un mondo dove prima o poi, quando Berlusconi uscirà di scena, ci sarà una ripresa di coscienza liberale. Non so se ti piace questa mia tesi e neanche a me piace, ma se il PD invece di fare il partito socialdemocratico di stampo scandinavo o tedesco continua a rigurgitare comunismo e democrazia cristiana è chiaro che a comandare saranno i liberali e grazie a Dio se ne troveremo, perché faranno una politica che magari non mi piacerà molto, ma almeno è una politica. Oggi abbiamo Berlusconi che organizza la destra per difendersi dai processi e il PD che organizza il congresso per difendersi da Renzi…! Ma chi vuoi che pensi davvero a come organizzare i servizi!!
Ciao
Spero di vederti domani per approfondire questo tema
Renato”


martedì 9 luglio 2013

Il Leader: un contributo

L’evoluzione dei servizi, sfida difficile. Il leader operoso.


Ecco il nuovo leader: “uno di noi” uno che corre e tira, uno che si fa rispettare, uno che collabora, uno che rallenta se è il caso perché sa che la velocità della slitta è la velocità del cane più lento.


È necessario premettere qualche osservazione di carattere generale sulle caratteristiche del settore con particolare riferimento alle situazioni che rappresentano una minaccia all'equilibrato sviluppo delle aziende e al miglioramento continuo della qualità dei servizi.
C’è in primo luogo una rapida evoluzione della domanda sia per gli aspetti propriamente clinici che determinano la non autosufficienza sia per le altre caratteristiche personali e famigliari. Di conseguenza è difficile raggiungere obiettivi di benessere sociale adeguati a persone più anziane, con situazioni di non autosufficienza complesse in un contesto socioculturale più avanzato e con una più elevata aspettativa di qualità.
Bisogna poi considerare che la maggior complessità del servizio comporta costi necessariamente elevati e le risorse economiche che lo Stato può mettere a disposizione per favorire la gestione in qualità sono scarse e lo saranno sempre di più almeno per alcuni anni. c'è una diffusa necessità di ricuperare competitività e di offrire una speranza ai giovani, quindi, forse anche opportunamente, le risorse verranno preferibilmente dirottate su investimenti che favoriscano il lavoro e sulla scuola e formazione. Ma questa è un altra questione.
Per raggiungere buoni risultati in questa situazione, ogni azienda, attraverso i suoi responsabili e i suoi operatori dovranno rivedere la vision e la mission e implementare sistemi organizzativi idonei. Nuovi orientamenti saranno indispensabili da parte della politica e da parte dei dirigenti preposti alla progettazione e gestione dei servizi. Tra politici e dirigenti dovrà assestarsi un rapporto collaborativo e di sinergia per evitare qualsiasi spreco di risorse e per garantire la massima efficienza nel reperire, conservare e sviluppare risorse esterne non istituzionali. La politica centrale e anche quella locale dovrà comprendere che non è possibile sostenere la qualità dei servizi in rapporto alle aspettative dell’utenza utilizzando solo risorse dello Stato né sarà possibile scaricare un onere troppo grande sulla famiglie. Si richiederà, in sostanza, una forma di autoaiuto sociale in cui l’azienda di servizi assumerà un ruolo centrale di sintesi e di promozione. Solo la fiducia di consistenti sezioni di società civile verso la legittimità e affidabilità della struttura che produce il servizio farà si che vengano riversate in questa direzione risorse economiche e personali. L’azienda dovrà agire come elemento determinante di questa visione. Dovrà prima di tutto essere credibile sul piano etico e anche dotarsi di una struttura operativa forte e determinata, tarata per evitare gli sprechi e formata alla disciplina e non dovrà distogliere mai lo sguardo dall'unico obiettivo di realizzare buoni servizi accessibili.
È ormai principio largamente condiviso che lo star bene delle persone dipende non solo dal soddisfacimento di bisogni materiali, ma anche di quelli di natura relazionale. Orientamenti recenti in economia tendono ad una visione che supera il concetto di scienza tesa al soddisfacimento di bisogni materiali privilegiando la concezione relazionale. Si parla di applicazione dei principi umani nella soluzione di problemi economici, così possiamo dire che l’economia si avvia ad essere fortemente caratterizzata dalla componente sociale.
Questo vale in generale quindi vi è una diffusa consapevolezza che l’azienda, ogni azienda indipendentemente dal suo prodotto, ha una missione e una responsabilità sociale. A maggior ragione dunque valgono questi principi nelle aziende di servizio alle persone.
Naturalmente porre il fuoco dell’attenzione sugli aspetti relazionali e immateriali non può far dimenticare la dimensione economica nel senso stretto e tradizionale del termine. Ovviamente, per qualsiasi azienda e in qualunque campo operi, non è irrilevante l’equilibrio tra entrate e spese.
Nella fattispecie che ci riguarda, poi, quella dei servizi assistenziali, è pur sempre necessario fare un utilizzo corretto delle risorse con un’attenzione particolare alle risorse pubbliche che, come tutte le risorse sono limitate e derivando dal prelievo fiscale rappresentano un sacrificio per tutti. Nell'uso della risorsa pubblica è doveroso un supplemento di serietà; sempre chi paga ha diritto ad una controprestazione equa e a maggior ragione quando paga le tasse. Non c’è una controprestazione diretta a fronte del prelievo, ma è chiaro che se la gente rilascia coattivamente una parte del reddito a favore dello Stato, questo deve in qualche modo restituire la risorsa prelevata e lo deve fare sotto forma di servizi organizzati direttamente o attraverso gestori affidabili.
Lotta agli sprechi: è uno slogan valido per un imprenditore che vuole guadagnare e ugualmente se non di più per un gestore di servizi destinati al soddisfacimento di un bisogno sociale che utilizza risorse economiche date direttamente dal cittadino o dallo Stato.
Il cliente ha diritto ad una controprestazione soddisfacente e in corretto rapporto col costo sostenuto. Quindi non si può abbassare la guardia sul problema della qualità e in particolare c’è la necessità di ottenere maggior qualità a minor costo. 
Quest’obiettivo non si persegue con metodi matematici perché sarebbero equazioni senza soluzione, deve invece essere ricercato lavorando sul patrimonio immateriale dell’azienda e sfruttando una leadership efficace. Non sarà ad esempio in alcun modo possibile diminuire il personale al di sotto dei parametri minimi richiesti ma si potrà ottenere una performance diversa da uno stesso gruppo.
Non si possono diminuire i parametri così semplicemente: sarebbe taglio indiscriminato. Succede spesso e succederà sempre nella storia, ma non è quello che si deve ricercare. Bisogna utilizzare le risorse in un modo diverso, anche se non basta questa affermazione generica e un po’ semplicistica. Tutte le risorse strumentali devono essere acquisite secondo il principio del massimo risultato col minimo sforzo in termini economici. I fornitori devono dare i migliori prodotti e servizi entro il limite di spesa prefissato sulla base dell’esperienza o con procedimenti diversi purché razionali e controllabili. Dunque il campo di azione più rilevante e dove si richiede l’intervento di un leader formato è quello della gestione del personale che rappresenta oltre il 75 % del costo di produzione dei servizi e dove c’è la possibilità di migliorare la prestazione a parità di costo e quindi la possibilità di ottimizzare il rapporto costo/qualità.
Questo perché se dobbiamo acquistare dei beni non potremo che agire all'interno del prezzo di mercato e dovremo mettere a punto strumenti idonei allo scopo. Ma una cosa è certa i beni o servizi acquistati non hanno un’anima mentre gli uomini ne sono sicuramente dotati e gli stati d’animo possono influire fortemente sui risultati. Le maggiori difficoltà stanno nelle decisioni. Privilegiare una scelta tra situazioni concorrenti è difficile e un leader si misura proprio sulla capacità di decidere tenendo conto del contributo dei suoi collaboratori e sapendo che il capitale umano ha un’importanza determinante nel processo decisionale. Non si può decidere in modo isolato, ma in modo coinvolgente portando al centro le persone che subiranno gli effetti positivi o negativi della decisione stessa.
Il nuovo leader deve cambiare molto nella nuova azienda per adeguarla alla mutata situazione, ma deve tener conto del fatto che le nuove idee nascono dalla mente di una persona che ha una visione più avanzata degli altri, ma che non può tradurle in atto se non le contestualizza in un tempo e in una concezione condivisa. Non deve rischiare di perdere credibilità per il fatto di essere fuori tempo!
Le azioni di cambiamento, è noto, possono sempre incappare in qualche forma di resistenza. Tutti  possono opporsi al cambiamento per esempio perché pensano di perdere qualcosa, o di entrare in un mondo sconosciuto e non essere all'altezza dei nuovi compiti o delle nuove tecniche, o per mancanza di fiducia nel leader o altre cause.
Il nuovo leader quindi deve avere rapporti produttivi ed efficienti con tutti e deve avere la capacità di formare un team di operatori veramente collaborativi disposti ad assumere responsabilità in un clima di affiatamento e di condivisione delle fatiche. Dovrà assicurarsi che gli operatori abbiamo un punto di vista sulla mission dell’ente, che perciò deve essere definita e comunicata correttamente, e che abbiano obiettivi personali coerenti e che si sentano soddisfatti dal sostegno che ricevono dal leader. Dovrà trasmettere fiducia e senso di sicurezza. Tutti devono sapere che il loro capo sa dove sta andando, devono esser convinti che l’ente o l’azienda per cui operano ha il vantaggio competitivo di disporre di una leadership che sa guardare il futuro e sa mantenere alto il valore dell’azienda.
A queste condizioni si mantiene alto il capitale immateriale costituendo così una delle prime fonti di vantaggio competitivo specie nelle aziende erogatrici di servizi socio assistenziali dove sono sicuramente elemento strategico. Si pensi che il valore percepito dall'utenza risiede in una misura determinante negli aspetti intangibili quali simpatia, cortesia, valorizzazione del rapporto personale con il percettore del servizio.
Per sintetizzare con un’immagine l’organizzazione si dovrà evolvere verso la creazione di un apparato essenziale sotto la guida leggera della politica e con una grande forza compatta guidata da un leader operoso che non sia difficile definire “uno come noi”.
L’immagine che si può evocare è quella della slitta trainata dai cani. Si muove in un terreno difficile, è fondamentale che arrivi a destinazione perché è l’unico strumento disponibile, ha un carico importante, è guidata da un uomo che sa qual è la destinazione ed è trainata da cani semplici e forti. Determinante è colui che guida, fondamentale la muta dei cani, tutti ugualmente importanti, ma meno efficienti se non c’è un capo-muta.
Ecco il simbolo della slitta applicato all'azienda di servizi alla persona. La politica deve guidare in modo leggero, gli operatori devono essere tecnicamente preparati, forti, compatti, orgogliosi e composti nella fatica. Il capo del gruppo non può mancare, deve aiutare colui che guida a trovare una strada nel difficile paesaggio e deve costituire un riferimento sicuro per tutti gli altri. 
La nuova azienda che eroga servizi raggiungerà gli obiettivi di solidarietà sociale che si prefigge se sarà punto di snodo credibile delle scelte di politica sociale. Saprà gestire il suo viaggio con un carico di umane speranze se nell'organizzazione sarà forte ed essenziale come l’organizzazione di un viaggio al polo coi cani da slitta. 
Ecco il nuovo leader: “uno di noi” uno che corre e tira, uno che si fa rispettare, uno che collabora, uno che rallenta se è il caso perché sa che la velocità della slitta è la velocità del cane più lento.

ANOSS Magazine News: Libro di Pesaresi

ANOSS Magazine News: Libro di Pesaresi: RSA RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI Costi e tariffe Remunerazione Strategie operative e amministrative Quanto costano effettivament...

venerdì 5 luglio 2013

Formazione: Una giornata "Antistress"

Una giornata "Antistress" proposta da ANOSS Magazine

E' sempre più difficile conciliare il lavoro con la vita personale… tante cose da fare, tante persone che hanno aspettative importanti su di noi. Il corpo e la mente spesso re-agiscono a tutto ciò iniziando a inviare segnali di stress (gastrite, affaticamento, riposo notturno interrotto da risvegli frequenti, mal di testa più frequenti). In questa giornata potrai apprendere una nuova strada per migliorare la cura di te stesso e costruire un benessere generale che ti consentirà di vivere appieno le tue giornate.


Docenti: 
* Letizia Espanoli - formatrice e consulente in area socio sanitaria educativa - life e business coach - leader di yoga della risata - Master Reiki komyo e karuna 
Maurizio Meletani - wellness coach, operatore Shiatsu, leader di yoga della risata


Programma
12 settembre (Facoltativo)  – arrivo e sistemazione -
Ore 21.00 Meditazione guidata per il rilassamento

13 settembre 
9.00 arrivo e registrazione.
Misurazione dello stress dei partecipanti
9.30 Esercizio guidato da Maurizio Meletani per l'aumento dell'energia vitale mattutina 
9.45 "Il pensiero crea: dalle teorie di Masaru Emoto alla programmazione neurolinguistica. Viaggio dentro le potenzialità della mente" Letizia Espanoli 
10.30 La visualizzazione – teoria e pratica - Esercizio di visualizzazione guidato da Letizia Espanoli
10.45 "Il respiro quale fonte di vita" Letizia Espanoli
11.10 Esercizi di respirazione guidati da Maurizio Meletani
11.30 break (acqua, caffè, frutta, graditi snack sani)
11.45 Nutrizione per l'energia vitale Letizia Espanoli 
12.30 sessione di yoga della risata condotta da Letizia Espanoli e Maurizio Meletani

13.00 pranzo vegetariano

14.00 Gestire lo stress: idee per la mente e il cuore Letizia Espanoli
15.30 Esercizio di coerenza cardiaca dell'istituto di Hearth Math Letizia Espanoli
16.00 Esercizi di stretching dei Meridiani guidati da Maurizio Meletani 
16.30 Sessione finale di yoga della risata con misurazione dello stress
17.00 conclusioni

Indispensabile che ciascuno si porti un tappetino o coperta

La giornata di formazione "Antistress" si terrà a  
Borgonovo V.T. (PC)
nell’agriturismo Villa Paradiso

L'ingresso e il
corpo principale dell'agriturismo
"Villa Paradiso"







Quota di partecipazione di €. 60,00 comprensiva del materiale illustrativo, dei pasti e dell’abbonamento ad ANOSS Magazine per il 2013. Verrà rilasciato l’attestato di partecipazione.  Per iscrizione inviare mail a magazine@anoss.it con oggetto GIORNATA ANTISTRESS  e contenete  i dati personali. Nome- cognome –ente di appartenenza – ruolo professionale. Contestualmente effettuare il versamento di € 60,00 sul C/C Postale N° 1012140362 intestato a STUDIO E COMUNICAZIONE di Dapero Renato. Per info telefonare al 338.4275131

Coloro che desiderano partecipare alla sessione facoltativa del giorno 12, anche per trovarsi sul posto al mattino del 13, avranno a loro carico cena e pernottamento presso la struttura ospitante a cui può essere direttamente richiesto telefonicamente un preventivo.

AGRITURISMO Villa Paradiso
Località Chignoli, 143 Borgonovo Val Tidone Piacenza 29011 Italia
Tel. +39 345 5574024

Nel  sito dell’agriturismo le indicazioni per raggiungere “Villa Paradiso” da tutte le direzioni 



mercoledì 3 luglio 2013

ANOSS Magazine News: Le nostre copertine

Le copertine di ANOSS Magazine: Se una buona giornata si vede dal mattino, abbiamo pensato, una buona rivista si vede … dalla copertina. Alla copertina assegniamo il...

ANOSS Magazine News: ANOSS Magazine n°2 - Editoriale del direttore

ANOSS Magazine n°2 - Editoriale: I contenuti e la voglia di essere originali “La gente che dorme sotto la coperta del conformismo riposa bene, si fa le sue be...

martedì 23 aprile 2013

ANOSS Magazine - Editoriale del primo numero di marzo 2013


Linea e obiettivi
di ANOSS Magazine


“Cerco sempre di fare ciò che non sono capace di fare, per imparare come farlo”


(Pablo Picasso)



Oggi vi voglio parlare del coraggio. Ma non del coraggio degli eroi, di quelli che si consacrano con un “gesto definitivo”. Vi voglio parlare del coraggio di tutti i giorni, il coraggio che ci vuole per vivere. Per fare questo ho pensato di documentarmi su cosa di nuovo oggi si dice su questo argomento. Ho scoperto che c’è un tema di riflessione che è stato affrontato dalla filosofia contemporanea, ma non solo, non è rimasto confinato nelle aule e nelle biblioteche.

ANOSS - Sez. Emilia-Romagna: PTE-EXPO 15 MAGGIO- BOLOGNA. ANOSS Sostiene un Wor...

ANOSS - Sez. Emilia-Romagna: PTE-EXPO 15 MAGGIO- BOLOGNA. ANOSS Sostiene un Wor...: 15 maggio: dalle 9 alle 13 workshop Promosso da ANOSS TITOLO: "Leadership d'avanguardia per la gestione dello stress ...

ANOSS - Sez. Emilia-Romagna: Pte-Expo BOLOGNA 14 MAGGIO - ANOSS Presenta una nu...

ANOSS - Sez. Emilia-Romagna: Pte-Expo BOLOGNA 14 MAGGIO - ANOSS Presenta una nu...: ANOSS ha lanciato due anni fa il workshop dal titolo "La Squadra"  ottenendo un successo insperato. si è parlato di PAI e anch...

venerdì 5 aprile 2013

1° Meeting delle professioni sociosanitarie

5 aprile 2013, ore 18,00: cala il sipario sul 1° meeting delle professioni sociosanitarie.

Le statistiche precise le pubblicheremo più avanti ma un dato è certo: nei due giorni hanno frequentato il meeting almeno 700 persone.
Qualcuno dice che è un grande successo: io dico che è solo l'inizio!!!!
Grazie, grazie a tutti, a quelli che hanno dato l'anima per realizzarlo, a tutti i relatori, agli espositori e a chi ci ha fornito buoni servizi. Grazie a tutti i frequentatori dei workshop, grazie a chi ci ha applaudito e grazie anche a chi ci ha rimproverato gli errori.
Grazie a tutti: faremo ancora e meglio!!!

martedì 5 marzo 2013

Meeting delle Professioni Sociosanitarie: C-51 ECM / 5 Aprile mattina - Corso su Nutrizione ...

CLICCA E VAI AL PROGRAMMA DEFINITIVO
CORSO ECM A CURA IPASVI
Meeting delle Professioni Sociosanitarie: C-51 ECM / 5 Aprile mattina - Corso su Nutrizione ...: LA NUTRIZIONE  ENTRALE : ruolo dell'infermiere. La nutrizione enterale è un tipo di nutrizione artificiale che prevede la somminist...

Meeting delle Professioni Sociosanitarie: C-42 ECM / 4 Aprile pomeriggio - Corso PICC-DAY ...

CLICCA E VAI AL PROGRAMMA DEFINITIVO DEL CORSO  ECM A CURA IPASVI
Meeting delle Professioni Sociosanitarie: C-42 ECM / 4 Aprile pomeriggio - Corso PICC-DAY ...: PICC-DAY: una innovazione per l'infermiere.  I cateteri ad inserzione periferica costituiscono una recente innovazione tecnologica che...

Meeting delle Professioni Sociosanitarie: C-52 ECM / 5 Aprile pomeriggio - Corso sulla venti...

1° MEETING DELLE PROFESSIONI SOCIOSANITARIE
CLICCA E VAI A VEDERE IL PROPGRAMMA DEFINITIVO DEL CORSO ECM A CURA IPASVI
Meeting delle Professioni Sociosanitarie: C-52 ECM / 5 Aprile pomeriggio - Corso sulla venti...: LA VENTILAZIONE MECCANICA NON INVASIVA  Diffondere i principi basilari della ventilazione meccanica non invasiva, le sue indicazioni e i l...