lunedì 26 gennaio 2009

Verso un "Codice comportamentale" per gli OSS

Codice comportamentale OSS: la prima giornata di studio.
Il 19 gennaio scorso a Piacenza si è svolta la prima giornata di lavoro finalizzata alla redazione di un “Codice comportamentale dell’OSS”.L’iniziativa, promossa da ANOSS Emilia Romagna, oltre ai responsabili locali dell’associazione, ha visto la presenza di tre esponenti de “La Bottega del Possibile” (la Presidente Mariena Scassellati, un OSS e un IP) di due OSS degli Ospizi Civili di Piacenza, due OSS appartenenti a Migep operanti presso l’AUSL di Rimini e una formatrice di Studio Vega. Il percorso appena iniziato si prefigge di giungere ad una conclusione con un testo di codice comportamentale il più possibile condiviso coi partecipanti che rappresentano diverse realtà associative e anche una azienda di formazione, da poter sottoporre ad un pubblico più vasto nel convegno che ANOSS ha già previsto di realizzare a Rimini durante la manifestazione Euro-PA che si terrà nei primi giorni di aprile.
La giornata si è svolta secondo programma nella sede messa gentilmente a disposizione da”Ospizi Civili” di Piacenza. Si è aperta con un’introduzione del coordinatore della sez. Emilia-Romagna ANOSS che ha indicato le motivazioni e definito gli obiettivi del progetto. Si è messo in evidenza che nella vision dell’associazione c’è una cultura assistenziale basata sulla centralità della persona e sulla partecipazione dell’operatore in una posizione strategica per la qualità del servizio.
Importante il fatto che ANOSS non sia una associazione di categoria; ciò rende più facile lo sviluppo di visioni integrate del servizio ma esclude che l’associazione stessa possa pensare alla produzione di codice deontologico di cui dovrebbe provvedere poi alla gestione applicativa. Questo compito esula del tutto dalle possibilità e dalla volontà dell’ANOSS.
ANOSS si propone di contribuire alla redazione non di un codice professionale inteso come raccolta di norme, spesso dotate di sanzione, emesso e gestito da un organismo rappresentativo della categoria, ma di un documento contenente indicazioni e messaggi utili a capire la realtà e a gestire la relazione professionale nel modo più produttivo e umanamente più bello.
Di grande rilievo il contributo della “Bottega del Possibile” che introduce con forza due concetti. Il primo riguarda la promozione della domiciliarità fin quando è possibile e l’obiettivo dell’associazione è spingerne sempre più in avanti il limite, o, con felice terminologia, potenziare la “soglia del possibile”.
il secondo riguarda gli OSS definiti interlocutori privilegiati i quali dovrebbero essere coscienti del valore delle competenze relazionali nel lavoro di cura e a tal fine devono impegnarsi gli amministratori pubblici e le altre figure di rilievo. Gli OSS non sono operatori di basso livello ma costituiscono un’opportunità preziosa nella rete di risorse in quanto operano al livello più vicino alle persone che hanno bisogno. Operano faccia a faccia quindi devono lavorare bene e costituire un ponte tra la persona, la famiglia e le istituzioni. La figura professionale non deve essere quella di operatore d’assistenza nelle strutture di anziani e disabili, ma è anche di operatore fondamentale nei servizi domiciliari e anche verso i minori.
Di grande impatto emozionale oltre che utili sul piano tecnico sono stati i due film proiettati durante i lavori. La Bottega del Possibile con queste opere editoriali di grande qualità (Ottime regia e musiche originali) ha sottolineato con racconti reali la difficoltà della professione di OSS, l’estrema varietà di interventi possibili (Minori anziani disabili a domicilio in struttura diurna residenziale e ospedaliera) tutti caratterizzati da un elemento portante e fondamentale che è la sottile differenza che si fa nel servzio mettendo a disposizione la potente ricchezza derivante dagli aspetti relazionali nell’incontro tra operatore e assistito e tra operatore e parenti.
Aspettiamo di rivedere almeno uno degli interessanti filmati a Rimini nel prossimo convegno.

Si ringrazia la Direzione di Ospizi Civili che ha messo a disposizione i locali per l’incontro e tutti i partecipanti che col loro contributo hanno consentito lì’avvio di uno studio che si profila di grande impatto sulla cultura diffusa degli OSS come professionisti di alto profilo.

Dopo aver analizzato le proposte esistenti di codice OSS si comunicherà la data del prossimo incontro

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