lunedì 5 ottobre 2009

La RSA come modello di cura intermedia - di Roberta Sassu

L’allungamento della speranza di vita, insieme alla riduzione delle nascite, stanno cambiando profondamente il quadro demografico italiano, comportando una revisione razionale della distribuzione delle risorse sociali e sanitarie, al fine di venire incontro alle nuove necessità. Sempre più il sistema sanitario basato sull’ospedale come unico centro dove si affrontano tutti i problemi che hanno a che fare, direttamente o indirettamente con la salute, si rivela inadeguato alle esigenze peculiari di un numero crescente di anziani.

Il fenomeno dell’invecchiamento sta assumendo dimensioni sempre maggiori e l’Italia si colloca al primo posto nel mondo per percentuale di popolazione anziana, in cui la proporzione degli ultrasessantacinquenni (18,1%) ha superato quella dei ragazzi con meno di 15 anni (15%). Ci troviamo sempre più nella necessità di far fronte a nuove patologie, che sono diventate particolarmente gravose per i bilanci sanitari nazionali (scompenso cardiaco, diabete, demenze, artropatie) che condizionano l’insorgere di disabilità e il conseguente ricovero in residenze per anziani.
Ne scaturisce l’esigenza di costruire una Rete di Servizi di Assistenza Continuativa, fortemente integrata, in cui realizzare progetti di assistenza differenziati. La programmazione in questa direzione ...

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