lunedì 11 gennaio 2010

Finanziaria 2010: ancora tagli a Comuni e Regioni per il sociale

Dopo il taglio di oltre mezzo miliardo di euro operato dalla Finanziaria del 2009, prosegue anche con la Legge Finanziaria del 2010 il taglio ai fondi per il sociale erogati a regioni e comuni.


La Finanziaria del 2010 non prevede più alcun finanziamento (nel 2009 erano 100 milioni di euro) per il Piano straordinario servizi socio-educativi per la prima infanzia che è stato decisivo per sviluppare l’offerta di asili nido in Italia. Dopo un gran parlare di politiche per aiutare le famiglie si interviene negativamente su uno dei pochi fondi in grado di intervenire efficacemente nel supporto delle famiglie dove entrambi i genitori lavorano.

Il taglio ancor più rilevante della legge finanziaria 2010 colpisce il finanziamento principale del sociale che è costituito dal Fondo nazionale per le politiche sociali. In questi ultimi anni il Fondo – nella parte destinata alle regioni - è stato costantemente ridotto fino ad arrivare ai 171 milioni del 2010. In questo caso il taglio è di 299 milioni; due terzi dell’intero finanziamento.

inanziamenti per il settore sociale previsti dalle Leggi Finanziarie 2008, 2009 e 2010 (milioni di €).


Questo pesantissimo taglio potrebbe essere compensato da un Fondo di pari importo recentemente istituito dall’art. 9 bis del D.L. 78/2009 (conv. L.109/2009). Tale norma, anticipando l’attuazione delle misure connesse alla realizzazione di un sistema di federalismo fiscale, stanzia 300 milioni di euro per le attività di carattere sociale di pertinenza regionale allo scopo di assicurare la tutela dei diritti e delle prestazioni sociali fondamentali su tutto il territorio nazionale. Il condizionale è d’obbligo perché la norma è nuovissima e la sua formulazione lascia ancora insoluti diversi dubbi. Infatti, in relazione alle modalità di riparto di questo fondo si dice che farà riferimento all’ammontare dei proventi spettanti a regioni e province autonome, ivi compresi quelli afferenti alla compartecipazione ai tributi erariali statali, in misura tale da garantire disponibilità finanziarie complessivamente non inferiori a 300 milioni di euro annui e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Che cosa significano queste ultime parole? Forse che a fronte di questo finanziamento dedicato al sociale ci saranno riduzioni nelle quote di compartecipazione erariale di competenza regionale?


Spiace infine rilevare che in un momento di crisi occupazionale come questo e di difficoltà delle famiglie il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione (L. 431/1998) tocca il minimo storico, registrando una ulteriore riduzione di 18 milioni di euro, fermandosi a 144 milioni euro (nel 2000 era di 362 milioni di euro). Con queste risorse gli enti locali aiutano i nuclei familiari più poveri a pagare il canone di locazione. La costante riduzione del finanziamento non fa che rendere ancora più pesante una situazione che vede, soprattutto delle aree metropolitane, il numero delle domande di contributo in costante aumento nel tempo e, parallelamente, la costante diminuzione del grado di copertura del contributo erogato.

Nel complesso, nel 2010 le risorse statali che verranno erogate alle regioni per il sociale – e poi attraverso queste ai comuni – diminuiranno di 117 milioni di euro che potrebbero diventare 417 se il nuovo fondo “federalista” non dovesse avere la destinazione che abbiamo previsto. Si tratta di decisioni governative che vanno in controtendenza rispetto alle necessità attuali del paese.


Come è noto, buona parte di queste risorse sono destinate ai comuni che le utilizzano per finanziare i servizi sociali. Il risultato complessivo di questa riduzione dei finanziamenti statali per il sociale che si assomma drammaticamente a quello avvenuto anche nel 2009 e nel 2008 avrà un impatto dirompente sulle politiche sociali dei comuni. Il risultato sarà una riduzione dei servizi sociali ed un aumento delle quote di partecipazione alla spesa a carico dell’utente. Nel momento in cui servirebbero più risorse da dedicare al settore sociale per compensare una grave crisi economica queste risorse vengono ridotte e contribuiscono ad acuire gli effetti della crisi sulle famiglie italiane più fragili.


10 gennaio 2010.

Presidente ANOSS

Franco Pesaresi




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