martedì 29 dicembre 2015

Una riflessione di fine anno

Simo giunti agli ultimi giorni dell’anno che, come sempre, sono carichi di pensieri, di ricordi e di speranze. C’è a volte anche un po’ di nostalgia perché, in fondo, un altro capo d’anno è comunque un segno del tempo che passa.  Ciò che abbiamo lasciato dietro quasi sempre alla fin fine lo rimpiangiamo. Se non altro perché da domani saremo un po’più vecchi e le feste, perché non dirlo, ci hanno anche  stufato. Avete notato che sono sempre uguali..?
Ma questa volta nei telegiornali di chiusura dell’anno si parla molto di dissesto climatico e di inquinamento. Così questi nostri geni di sindaci, solitamente capaci di  grandi gesti, decretano “il blocco totale” della circolazione. Si ma dalle 9 alle 16, perché si sa verso sera l’inquinamento se ne va…
Allora cercando altre notizie ci si può imbattere in un articolo pubblicato sul sito del CENSIS che sintetizza i risultati del Rapporto 2015 “Welfare Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali”. Dice: la White Economy vale 290 miliardi di euro con 3,8 milioni di occupati
La conclusione che vi si legge è che la filiera della cura, dell'assistenza e della previdenza per le persone è anche un formidabile volano di sviluppo per il Paese, da cui addirittura può partire la ripresa. Infatti, il valore economico della cosiddetta White Economy è di 290 miliardi di euro con 3,8 milioni di occupati. È segnalato che tale valore equivale al 9,4% della produzione nazionale.
Per rimanere nell’ambito sociosanitario si scopre che questo rappresenta il 10,4% del totale che tradotto in valore assoluto significa quasi trenta miliardi di euro.
C’è da sentirsi bene pensando che comunque il nostro settore va bene e fa parte di un ambito che non conosce crisi… ma bisogna leggere tutto...
L’ultimo paragrafo porta questo titolo” Bisogni crescenti, ma Italia divisa in due nell'accesso alle prestazioni socio-sanitarie”. Con l'allungamento della vita media, continua a crescere la domanda di cure e di assistenza, ma negli anni della crisi, tra il 2007 e il 2014, la spesa sanitaria pubblica è diminuita del 3,4% in termini reali. E oggi sono meno del 20% gli italiani che affermano di trovare nel welfare pubblico una piena risposta ai loro bisogni. Nelle regioni del Mezzogiorno l'82,8% della popolazione ritiene non adeguate le prestazioni offerte dal servizio regionale, mentre al Nord-Est e al Nord-Ovest la percentuale scende rispettivamente al 34,7% e al 29,7%. La conclusione è che nell’assistenza prevale il «fai da te» con il ricorso alle badanti. Sono più di 3 milioni le persone che soffrono di difficoltà funzionali gravi. Tra queste, 1,4 milioni sono confinate all'interno della propria abitazione e bisognose di cure diurne e notturne. La spesa pubblica per l'assistenza è in fase calante dal 2010, pure a fronte di una domanda crescente. Di fronte al ritardo nella progettazione di sistemi di long term care, gli italiani scelgono anche in questo caso un modello del tutto spontaneo e ad elevata molecolarità, basato sul reclutamento diretto delle badanti che per il 76% degli italiani è una soluzione valida o addirittura priva di alternative reali.

Se a questo punto ci si sente stanchi si può  provare a cercare altrove e alla fine magari trovare idee migliori riportate da altri “pensatori di fine anno”.
Come questa:
Non lavorare guardando continuamente l’orologio e aspettando il weekend e quelle 4-5 settimane di ferie all’anno. Se vivi così, sei già morto. Sei inutile, se ti va male verrai sostituito da qualcuno che costa meno di te, o da una macchina. Se ti va bene passerai il resto della tua vita sopravvivendo soltanto.
Vivi e lavora sognando che arrivi presto il lunedì, e non il venerdì. Vivi pensando, inventando e sperimentando. Trova quindi il modo di lavorare ogni giorno a qualcosa che ami, e non a qualcosa che ti permetta solo di sopravvivere.”
L’autore lo ha definito un post campato per aria ma sembra un buon augurio da fare a tutti, anche a quelli che pensano, forse a ragione, che le generazioni del passato gli hanno mangiato il futuro.
Coraggio, intraprendenza e la fiducia nelle proprie capacità sarà per tutti lo stimolo vincente.
Cerchiamo, dunque, per l'anno che sta per cominciare, di porre nuove basi al nostro sentire, semplicemente lasciando emergere in noi tutte le meravigliose qualità che può contraddistinguere il genere umano, mettendoci un pochino di impegno. Sembra tutto molto difficile, ma ci possiamo provare.
Cominciamo con un sorriso.
Buon 2016 a tutti!!


Nessun commento: