lunedì 15 giugno 2009

Modelli di welfare e servizi di assistenza


26 Maggio 2009
Fiera di Verona - Sala Puccini
Da sinistra
Alessandro Battistella
Giovanni Maria Soro
Fabio Vidotto
Marina Generali (in piedi)
A Verona nella mattinata del 26 maggio si è svolto il primo dei due convegni proposti da ANOSS
Si è trattato di un incontro seminariale dal titolo “Modelli di welfare e servizi di assistenza” rivolto a tutti gli amministratori pubblici e dirigenti di enti locali, a dirigenti e quadri della aziende pubbliche e private operanti nel settore sociosanitario, ai Direttori generali, agli altri dirigenti e ai quadri territoriali delle ASL, ai responsabili degli uffici di piano e ai loro staff.
OBIETTIVI E TEMI DEL CONVEGNO
L’obiettivo di questo convegno è di rappresentare (nel limite del possibile) alcuni modelli regioni attraverso la presentazione di alcune esperienze sviluppare a livello di territorio.
La centralità dell’utente spesso viene disattesa a causa di un’organizzazione per servizi e troppo ospedalocentrica del territorio.
Se è vero che l’ospedale continua ad assorbire molte risorse è pur vero che molte ASL spendono più del 35-40% del loro budget per la gestione di servizi extra-ospedale. Ma con quale controllo della appropriatezza della spesa? Con quali soluzioni e integrazioni? Con quale coinvolgimento degli attori territoriali?
Cosa stiamo facendo per studiare nuove soluzioni e nuovi modi di gestire l’offerta?
Tutte le Regioni, anche se con differenti intensità ed efficacia, stanno comunque guardando al territorio come risorsa strategica, per ridurre la spesa complessiva e per massimizzare i risultati per il cittadino. Ma il modello che si sceglie non è indifferente e non può essere definitivo.
Da un lato il territorio è ancora poco studiato e spesso è “fuori dominio” sul piano del controllo dei costi e dei risultati. Pochi sanno realmente cosa costa un servizio di cure domiciliari; raramente si hanno sotto controllo i volumi di spesa della residenzialità; pochissimi hanno a regime un sistema di monitoraggio della appropriatezza degli interventi; ancora meno sono coloro che possono seguire la storia dei propri assistiti nei percorsi di cura complessivi monitorandone risultati e costi. L’aspetto più drammatico riguarda il fatto che alcune regioni, convinte di avere in mano un modello vincente, non hanno tenuto conto di come è cambiato il panorama dei “clienti” della sanità e quindi non si sono rinnovate e sono, anzi, rimaste indietro. Cercando soluzioni più economiche, le Regioni sembrano normare ancora per servizi e non per processi, continuano a “disintegrare” il sistema anziché integrarlo, continuano a programmare per settori anziché assumendo una visione globale.
Dall’altro lato vi è comunque la percezione che i servizi territoriali (escludendo l’ospedale) siano l’unico vero modo per avvicinarsi al cittadino, con risposte sempre più appropriate e (a volte) molto meno costose della risposta solo sanitaria-ospedaliera. Per fare questo occorre però cambiare paradigma, immaginare una nuova gestione dei fondi dell’assistenza, riorganizzare la filiera non secondo stereotipi, con una nuova capacità di programmare e governare il territorio.
Ma quanto si è fatto per lo sviluppo del territorio, quali sono state nelle diverse regioni le “idee” che hanno consentito veramente un cambio di rotta a favore del cittadino?
È possibile strutturare percorsi di continuità di cura e seguire i percorsi del cittadino nel tempo?
Possiamo ricostruire la sua storia clinica e magari anche i successi assistenziali conseguiti ed i costi sostenuti?
Vi sono degli indicatori assunti dalle regioni come misuratori dei risultati sui cittadini?

Nel seminario sono intervenuti diversi relatori che hanno cercato di rappresentare le caratteristiche del modello della loro regione e come nel territorio che loro conoscono, si sia giunti a delle prime soluzioni e a dei risultati concreti.

Chairman del convegno è stato Alessandro Battistella (Responsabile dell’Istituto per la Ricerca Sociale di Milano)
Si sono susseguite poi le relazioni di
Giovanni Gelmini (Geriatra Direttore Medico di servizi Terza Età e coordinatore scientifico del sistema residenziale “Villa Matilde” – KSG caregiver di Parma) con un intervento dal titolo “Lo stato dell’arte di un modello di riferimento (Regione Emilia Romagna)”
Marina Generali (Direttore Amministrativo ASL di Cremona) “La modernizzazione e il modello privatistico di assistenza della Regione Lombardia”
Giovanni Maria Soro (Direttore Amministrativo ASL di Cagliari) “Dall’esperienza di successo della ASL di Cagliari verso il modello regionale: risultati e percorso”
Angelo Tanzarella (Direttore Sociale ULSS di Belluno) “La ricerca dell’integrazione attraverso i sistemi informativi: un’applicazione del Modello Veneto”
Fabio Vidotto (Formatore e consulente di management sociosanitario, Studio Vega S.a.s.) “L’organizzazione per processi: quale futuro per il territorio?”
Il convegno si protratto fino alle ore 13,30, le relazioni presentate sono state di alto profilo tecnico ed espresse in modo piacevole mantenendo elevato e costante l’interesse del pubblico.

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