Nel convegno si parlerà anche di "Protocolli assistenziali" a cura del dott. D'Ambrosio, primario di anestesia e rianimazione dell'Ospedale Generale Regionale "Miulli". Si parlerà anche di responsabilità civili, penali e disciplinari a cura dell'avv. Teresa Resta e, infine, chiuderà le relazioni il prof. Francesco Bellino, ordinario di Bioetica all'Università di Bari, col titolo "il codice etico dell'OSS: un criterio oggettivo di rispetto della persona assistita.
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Di seguito trascrivo la pagina di commento pubblicata insieme al programma.
Destinatari, obiettivi e metodo:
Il workshop si rivolge a tutte le figure professionali che
svolgono concretamente attività di cura sociosanitaria.
Si propone di offrire una panoramica delle responsabilità
nel lavoro di cura culminanti nel problema etico legato alla professione di
OSS, così come di tutte le altre professioni sociosanitarie, che intervengono
con la propria opera sul disagio e sulla malattia.
Ciò origina la necessità imprescindibile di uniformare la
propria opera ad un principio etico. In un mondo che stenta a riconoscere
valori universali si può rischiare un senso di spaesamento e concludere il
proprio lavoro con la stessa freddezza di un compito ripetitivo e meccanico. Un
principio etico e un criterio di rispetto della persona che possa appagare chi
lo adotta affinché il lavoro di cura possa assumere la dimensione professionale
e profonda che lo rende forse il più difficile ma anche il più ricco dei
lavori.
I relatori saranno chiamati ad intervenire ad ampio raggio
nel dibattito aperto anche a tutti i presenti a cui si offre quindi un’occasione
reale di intervento e di confronto diretto sulle difficoltà tecniche e sulle complessità
relazionali.
Sarà elemento caratterizzante dunque l'interazione
continua tra i partecipanti per assicurare autenticità e sviluppare capacità di
pensiero assertivo con possibilità di farne esperienza diretta e immediata. Questo
evento è un’occasione dunque anche per svolgere una riflessione e uno studio di
sé stessi, per scoprirsi, magari, in modo diverso, sollecitando parti di noi
che nella vita quotidiana tendiamo a mantenere sopite.
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