Al Meeting
delle Professioni di Cura verrà approfondito un tema di grande importanza a
cui spesso non prestiamo adeguata attenzione: quello del tempo. Itala Orlando – formatrice e
coordinatrice di servizi sociosanitari – condurrà un workshop dal titolo “Il tempo, la vita, il lavoro e le cure di
fine vita”, dedicato appunto al tema del tempo nelle molteplici dimensioni
che incrociano la vita e il lavoro in una residenza, con particolare attenzione
al tempo del fine vita. Il workshop si rivolge quindi a tutte le figure
professionali che vogliano misurarsi con questo problema, riflettendo sul senso
del limite e sulle risorse che danno valore alle cure di fine vita. Ma perché parlare
proprio di “tempo”?
C’è un tempo per lavorare, un tempo per pensare, un tempo
per amare, per mangiare, per dormire, c’è un tempo che ci aspetta e un tempo
che non c’è più. C’è il tempo che resta…
…Lavorare in una realtà come l’hospice, che accoglie
persone in fase avanzata di malattia, la cui vita è definita “al termine”,
impone di pensare al tempo in un modo diverso, al proprio tempo e a quello
degli altri. Il tempo è una dimensione plurale: ciascuno ha il proprio vissuto, la propria percezione e anche nella stessa persona vi è un'estrema variabilità. Mi alzo al mattino con una certa sensazione, sento di avere la vita davanti e rientro alla sera con l’impressione di avere perso tempo e di non averne abbastanza. Così accade nello spazio di un giorno e nello spazio della vita. Chiedete a un bambino, a un adolescente, a un giovane, a un adulto o a un anziano come pensa il suo tempo. Fate la stessa domanda a una persona che sta bene e a una persona ammalata: è ovvio che otterrete risposte diverse. Ma a noi l’ovvio non basta. Proviamo ad andare in profondità, proviamo a indagare quanti e quali sono i modi di percepire il tempo, sforziamoci di conoscere noi stessi e gli altri, proviamo a individuare i momenti in cui il tempo, anzi i tempi nostri e degli altri coincidono, confliggono, si ignorano, si armonizzano, interferiscono, si arricchiscono.
L’esperienza del fine vita aiuta a riflettere
sulla condizione di esseri temporali
e a capire limiti e risorse insite
nel tempo. Come una lente di ingrandimento ci permette di mettere a fuoco la complessità che viviamo nei contesti di
cura e a vedere sotto un’altra luce l’esperienza
stessa della cura, non astratta da un contesto,
ma dentro un luogo e un’organizzazione dove insieme al nostro lavoro scorre la
vita. Come si configurano gli intrecci dei vissuti e delle strutture operative
nella situazione limite della malattia grave, quando il tempo sta per finire?
La consapevolezza di sé e del modo in cui l’équipe sta in questo tempo aiuta a
rendere migliore la cura e la vita della persona, fino alla fine.
Il nostro grazie a Itala Orlando, che ci ha
regalato questo pensiero sul tempo e che al Meeting metterà a disposizione
tutta la sua cultura e la sua esperienza per approfondire questo tema non solo
a livello teorico, ma anche attraverso un lavoro interattivo con i
partecipanti.
Se sei
interessato, iscriviti al workshop “D-02
Il tempo, la vita, il lavoro e le cure di fine vita” che avrà luogo il 21
Aprile 2016, presso il quartiere fieristico Piacenza EXPO, h. 15-18.
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